GLI ITALIANI UCCISI DAGLI SCAFISTI DELLE ALPI
QUANDO ERAVAMO NOI A PASSARE ILLEGALMENTE LE FRONTIERE IN CERCA DI LAVORO… MIGLIAIA DI ITALIANI DECIMATI DA GUIDE SENZA SCRUPOLI.….UN LIBRO ISTRUTTIVO DI SANDRO RINAURO
Quando i clandestini eravamo noi italiani: c’è un libro che tanti dovrebbero leggere, un testo che svela una realtà sconosciuta e tragica.
Dell’emigrazione di inizio secolo conosciamo la storia dei transatlantici, l’approdo a Ellis Island, prima tappa per 15milioni di immigrati alla ricerca di un futuro negli Stati Uniti, un isolotto che dovrebbe ricordarci il Cpa di Lampedusa, per fortuna senza l’ottusità di un ministro degli Interni come il nostro…
Ma esisteva anche un altro tipo di emigrato clandestino, quello che varcava le Alpi diretto in Europa.
Il libro di cui parliamo è “Il cammino della speranza”, sottotitolato “L’emigrazione clandestina degli italiani nel secondo dopoguerra”, scritto da Sandro Rinauro, ricercatore di geografia politica presso l’Università degli Studi di Milano e pubblicato da Einaudi ( pp 440, euro 35).
Prima che il mondo diventasse globalizzato e senza patrie, ci fu un’immigrazione clandestina i cui protagonisti non erano magrebini, senegalesi, algerini, o di quelle etnie di disperati in fuga dalla fame e dalla guerra.
Eravamo noi, italiani, a migliaia: donne, uomini, bambini in cerca di un futuro.
Gli italiani hanno detenuto il primato dell’esodo clandestino e dei suoi lutti, tanto che il comune di Giaglione, in Val di Susa, arrivò a chiedere aiuto alla prefettura di Torino “non avendo più risorse per dare sepoltura ai clandestini che morivano nell’impresa disperata di valicare le Alpi”. Erano in tanti a lasciarci la pelle…
Su questi clandestini, i governi europei chiudevano volentieri entrambi gli occhi, perchè le leggi di mercato e dell’economia sono da sempre più forti di ogni norma umana.
In Germania nel 1959 entrarono per selezione ufficiale 24.000 lavoratori italiani a fronte di 25.000 “clandestini”. In Lussemburgo si inserì illegalmente oltre un quarto degli immigrati italiani del 1958. Il Belgio era pieno di italiani clandestini espatriati per il 50% dalla Francia.
Degli italiani giunti nel dopoguerra a Parigi, ben l’80% era entrato senza contratto di lavoro, cioè clandestinamente o da turista.
Lo scenario delle stragi non erano le acque del Mediterraneo ma le Alpi innevate e ghiacciate. Come una donna che “sorpresa dalla tempesta di neve, vide il suo bambino spirarle tra le braccia, proseguì per qualche tratto e infine cadde esausta con l’altro figlio: i tre corpi furono ritrovati due giorni dopo”.
Per arginare il fenomeno le leggi prevedevano pure l’uso delle armi, tanti che in qualche caso nel 1946 i carabinieri giunsero a sparare sui clandestini in fuga.
E gli emigranti erano costretti a sentieri ancora più impervi e pericolosi e persino ad attraversare i ghiacciai. Le condizioni di questi clandestini, una volta arrivati a destinazione, ricordano quelle di oggi.
Complicità con gli imprenditori locali, lavoro nero e assenza di assistenza.
Da un rapporto della Croce rossa del 1956: “Taluni versavano anche da 1.500 a 2.500 lire alle guide. Alcuni, spossati dalla fatica e dal freddo, sono caduti nei burroni di quelle alpestri località “. Cosi andavano le cose per noi e così in fondo vanno ancor oggi per tante migliaia di sciagurati: Questo libro serve a capire le radici dell’autentico dramma che sta alla base della nostra storia e che ci appartiene. E a trovare soluzioni efficaci e rispettose degli esseri umani.
Non serve il buonismo fine a se stesso ma neanche certo canagliume politico senza patria e storia che butterebbe tutti a mare per mero egoismo razzista.
Serve una politica alta che aiuti a crescere ciascuno nel proprio Paese, come allora avrebbero desiderato tanti italiani: restare a casa propria dignitosamente.
Sapete quanti sono gli italiani che sono stati costretti ad emigrare ?
In totale 29 milioni e quasi 70 milioni sono i loro figli, nipoti e pronipoti. Ci sono più italiani all’estero che in Italia ( 56 milioni).
I cittadini con avi italiani rappresentano il 50% degli argentini, il 19% degli uruguayani, il 10% dei brasiliani, il 5% degli statunitensi, il 3% di canadesi e australiani…
E dovremmo farci ora conoscere nel mondo come quelli che, senza neanche verificare se a bordo ci sono disperati che avrebbero diritto di asilo, donne e bambini, “respingono” in alto mare dei barconi malpresi?
E’ questo che avremmo voluto per i nostri nonni mentre arrancavano disperati sui ghiacciai in cerca di lavoro?
Una cosa è chi delinque, un’altra chi cerca un boccone di pane.
Solo dei “coglioni a casa propria” possono equiparare i due casi. Il popolo italiano vero no.
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