GLI UCRAINI SONO RIUSCITI A SFONDARE ANCHE SULLA RIVA SINISTRA DEL FIUME DNIPRO: «ADESSO VERSO LA CRIMEA»
ZELENSKY È TENTATO DI PROCEDERE CON UN’OFFENSIVA SULLA CRIMEA CHE COMPROMETTEREBBE OGNI TENTATIVO DI NEGOZIATO
Dall’altra parte del fiume: l’avanzata dell’esercito ucraino nell’area di Kherson segna un risultato significativo, anche dal punto di vista simbolico.
L’altro giorno i militari dell’unità speciale Karlson hanno alzato la bandiera dell’Ucraina sulla torre di una gru nella sponda sinistra del fiume Dnipro. Quella orientale. Dopo l’invasione, rapidamente l’esercito di Putin aveva occupato tutta la regione che si affaccia sul mar Nero, di fronte alla Crimea.
In primavera c’era chi dava per scontato che l’inarrestabile offensiva russa avrebbe travolto prima Mykolaiv per prendere poi Odessa. Lo sviluppo del conflitto, però, è stato molto differente da quello auspicato da Putin: i russi sono stati costretti a ritirarsi, ad abbandonare la città di Kherson, e ora stanno arretrando verso Est.
La bandiera ucraina innalzata sulla sponda orientale del fiume Dnipro è simbolicamente devastante. Zelensky ha sempre detto: «Abbiamo la possibilità di riprendere la Crimea». E sembra esserci un filo che unisce l’episodio della bandiera issata a Est del fiume Dnipro e il sondaggio diffuso ieri dal Ministero della Difesa britannico. Il 55 per cento del campione dei cittadini russi intervistati ha dichiarato di essere favorevole ai colloqui di pace con l’Ucraina. Solo il 25 per cento dice di sostenere il proseguimento della guerra.
Per la Russia le possibilità di concludere il conflitto in tempi rapidi sono quasi inesistenti. Avril Haines, direttrice dell’intelligence Usa, nei prossimi mesi vedremo combattimenti «a ritmo ridotto». «I contendenti cercheranno in questa fase di lavorare per riparare, rifornire e ricostruire.
Gli eserciti ucraino e russo si prepareranno a un controffensiva dopo l’inverno. «Ma abbiamo – sostiene Avril Haines – una buona dose di scetticismo sul fatto che i russi, in effetti, saranno in grado di farlo». Anche per gli ucraini, però, non sarà facile resistere. Soprattutto per la popolazione, alla luce dei blackout che proseguono, anche a Kiev, con le temperature ormai costantemente sotto zero. Ieri la Marina ucraina ha denunciato: le forze russe stanno usando armi chimiche, granate che emettono gas.
(da “il Messaggero”)
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