‘GNAZIO E DANIELA, DUE CUORI E UNA CAPANNA, LA PASQUA AL TWIGA DI LA RUSSA È LA CONFERMA CHE IL PRESIDENTE DEL SENATO NON HA INTENZIONE DI MOLLARE AL SUO DESTINO LA SANTANCHÈ, NONOSTANTE I GUAI GIUDIZIARI DELLA MINISTRA
I DUE, DEL RESTO, HANNO CONCLUSO INSIEME L’AFFARE DELLA VITA: UNA PLUSVALENZA DA UN MILIONE DI EURO PER LA VENDITA DI UNA CASA PROPRIO A FORTE DEI MARMI
Con l’eccezione dell’amico e sponsor Ignazio La Russa, la ministra del Turismo trova pochi sostenitori perfino in Fratelli d’Italia, il suo partito. Gli amici, però, si vedono nel momento del bisogno. E allora, la foto, pubblicata da Dagospia, della Pasqua al Twiga di La Russa e Santanchè va letta come un segnale chiaro che il presidente del Senato non ha nessuna intenzione di sganciarsi dalla sua protetta.
Del resto, proprio a poche centinaia di metri dallo stabilimento balneare più famoso della Versilia, si trova la villa attorno al quale ruota l’affare immobiliare da un milione di euro gestito dalla moglie di La Russa, Laura De Cicco, con il compagno della titolare del Turismo, Dimitri Kunz. Un affare su cui la procura di Milano ha aperto un’indagine per un sospetto riciclaggio.
Vicino al parco della Versiliana si trova la villa, un’altra, comprata nel 2014 e intestata a Lorenzo Mazzaro, nato dall’unione tra Santanché e il finanziere Giovanni Canio Mazzaro. Dagli atti risulta che il figlio della ministra ha acquistato l’immobile per 800 mila euro due giorni dopo aver compiuto 18 anni. L’acquisto venne finanziato grazie a un mutuo di 750 mila euro di Banca Mediolanum.
Santanchè, all’epoca deputata di Forza Italia, si fece garante del figlio per il prestito erogato dall’istituto di credito di cui Silvio Berlusconi, tramite Fininvest, era azionista di rilievo. Mazzaro junior, classe 1996, partecipa attivamente agli affari di famiglia. A dicembre del 2022, ha preso il posto della madre come amministratore unico di Immobiliare Dani, una holding a cui faceva capo anche il gruppo Visibilia finito nei guai di lì a poco.
Più recente invece è l’ingresso del giovane Mazzaro nel giro dei Crazy Pizza, le pizzerie di lusso. Il marchio lanciato da Flavio Briatore è già sbarcato a Roma, a Milano e a Porto Cervo. A breve, però, è prevista anche un’apertura a Forte dei Marmi, anche se l’inaugurazione viene rimandata di mese in mese.
In questo caso, però, Briatore si è fatto affiancare nell’iniziativa anche dai due stretti congiunti della sua amica Santanchè. E così, carte alla mano, si scopre che la società Crazy Forte vede tra i suoi azionisti Lorenzo Mazzaro insieme a Kunz, con una quota del 25 per cento ciascuno. L’altra metà del capitale fa invece capo alla capogruppo Crazy Pizza di Lussemburgo, controllata da Briatore.
Un copione simile è andato in scena l’anno scorso anche a Cortina d’Ampezzo, dove una società lussemburghese di Briatore ha comprato “El Camineto”, storico locale della Perla delle Dolomiti. Per finanziare l’operazione era sceso in campo Kunz, che direttamente e indirettamente possiede quasi il 40 per cento della neonata società cortinese di cui mister Twiga controlla 25,5 per cento, affiancati all’uomo d’affari kazako Andrei Toporov.
Proprio al Twiga è legata l’unica attività che con ogni probabilità sta dando ancora qualche soddisfazione alla ministra, almeno dal punto di vista finanziario. È noto, infatti, che nell’autunno del 2022 la ministra ha venduto la sua partecipazione dell’11 per cento nel capitale dello stabilimento balneare di Forte dei Marmi controllato da Briatore.
Un affare in famiglia, in pratica, visto che le azioni sono state rilevate da società di Kunz. Di lì a poco però, nell’aprile dell’anno scorso, lo stesso Kunz si è messo in società con Santanchè per creare l’accomandita LDD sas, che ha per oggetto sociale “la consulenza in materia di strategia gestionale” nella ristorazione e altre attività turistiche.
Per trovare un cliente, Kunz e Santanchè non sono andati lontano.Laa La Ldd ha firmato un contratto per la gestione del Twiga e i proventi, siamo sui 300 mila euro l’anno, andranno per il 90 per cento alla ministra, cioè la socia accomandante. La gestione invece spetta a Kunz, che però avrà solo una quota minima degli utili, anche se dovrà rispondere in modo illimitato col patrimonio personale in caso di perdite e debiti. Morale: gli oneri a lui e gli oneri, e i profitti a lei, la ministra.
(da Editoriale Domani)
Leave a Reply