GOVERNO IN BILICO SEMPRE PIU’ FINI-DIPENDENTE
REGNA L’INCERTEZZA SULL’ESITO DEL VOTO: LA CAMERA SI AGGIORNA AL 13 DICEMBRE…FALLITA LA CAMPAGNA ACQUISTI, IL PREMIER E’ SEMPRE PIU’ IN UN VICOLO CIECO…FINI ASPETTA LA RESA ALLE SUE CONDIZIONI O VOTERA’ LA SFIDUCIA
Chi ha modo di sentire Berlusconi, racconta di averlo trovato ieri sera particolarmente giù.
Chiuso in se stesso. Quasi afasico.
Come se il Cavaliere percepisse di essere al capolinea, o poco ci manca.
E a ben vedere ben quattro cose ieri gli sono andate storte: 1) nelle votazioni sulla riforma universitaria, il Fli ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo, segno che senza i «futuristi» il Parlamento non approva nulla; 2) «gole profonde» dal campo finiano gli hanno fatto sapere che, se lui non prende in fretta un’iniziativa di pace, il 14 dicembre loro gli voteranno la sfiducia compatti, «colombe» comprese; 3) cresce il tamtam (vai a sapere quanto fondato) di sviluppi imminenti nelle inchieste milanesi su Ruby e le sue amiche; 4) la pressione speculativa cresce e non risparmia i nostri titoli di Stato, dunque non è l’ora ideale (lo fa pesare Casini) per chiedere le elezioni anticipate, casomai il premier fosse costretto a dimettersi.
Se il giorno della fiducia fosse oggi, anzichè tra due settimane, con tutta probabilità stasera Berlusconi salirebbe sul Colle a dimettersi.
Perchè alla Camera la «campagna acquisti» non fa progressi, arrivare alla metà più uno dei seggi resta una chimera.
Molto si parla di un «soccorso bianco», deputati centristi pronti a perdere l’aereo o a darsi malati pur di tenere in vita il governo.
Ma ce ne vorrebbero perlomeno una dozzina, se non addirittura di più, e al momento non se ne vedono così tanti.
Semmai si moltiplicano gli assenteisti di Pdl e Lega: sull’università ieri mancavano in 27, oltre a quelli «giustificati».
Dunque tutto dipende, come al solito, da cosa farà Fini.
Granata, che tra i finiani è una specie di Robespierre, annuncia la ghigliottina per quanti dovessero dissociarsi nel voto di sfiducia al governo: «Si metteranno fuori dal progetto Fli», in pratica verranno espulsi.
Piccola baruffa con Paglia, anche lui finiano, perchè Granata precipita le conclusioni, non è ancora detto al 100 per cento che il 14 dicembre Fini mostri pollice verso, potrebbe pure esserci un’astensione…
Però tutto dipende da Berlusconi, fa notare Della Vedova parecchio scettico: se davvero accettasse di riscrivere l’agenda economica, e tanto che c’è pure la legge elettorale, allora un discorso forse potrebbe riaprirsi. Il Cavaliere lo farà ? Accetterà di venire realmente a patti col suo rivale?
Occhio a ciò che dice Maroni: le elezioni anticipate sono lo sbocco più probabile in caso di crisi «se nel frattempo non succede qualcosa, e io non lo escludo, anzi lo auspico».
E attenzione soprattutto a Bossi: «Il 14 i finiani voteranno la fiducia», scommette il Senatùr. Siccome spesso lui mostra più acume di tanti altri politici, ciò fa immaginare qualche possibile retromarcia in extremis.
E non è detto che a ingranarla debba essere per forza Fini.
Magari toccherà a Berlusconi, quando la prospettiva del trasloco sarà incombente.
Ugo Magri
(da “La Stampa“)
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