CACCIA ALL’EX MINISTRO LEGHISTA “GAMMA” CHE NEL 1990 FU APPOGGIATO DALLA ‘NDRANGHETA
LA RIVELAZIONE NEL LIBRO “METASTASI” DI GIANLUIGI NUZZI CHE RACCONTA L’ESTENDERSI DELLA ‘NDRANGHETA AL NORD… IL PENTITO DI BELLA HA RACCONTATO AI MAGISTRATI L’INCONTRO NEL 1990 A LECCO TRA IL FEROCE BOSS COCO TROVATO E UN EX MINISTRO LEGHISTA, ALLORA LEADER EMERGENTE…IL BOSS DA QUEL GIORNO FECE VOTARE LEGA E “GAMMA”
A Lecco, e non solo, è già partita la caccia al leghista.
Tutti si chiedono chi sia “Gamma”, l’esponente ormai storico e affermato del Carroccio che nel 1990, quando era ancora un leader emergente, rincorreva i voti del narcotraffico.
Di lui raccontano i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli, che su questa ed altre vicende legate alla ‘ndrangheta nel Nord Italia hanno scritto un libro, “Metastasi”, edito da Chiarelettere.
Si narra che Franco Coco Trovato, feroce narcotrafficante e boss di primo piano della ‘ndrangheta che ha sempre agito fra il Milanese e il Lecchese e che dal 1992 è in carcere per ergastolo, incontrò l’anonimo leghista un pomeriggio di vent’anni fa a Lecco, nel mese di marzo, proprio alla vigilia del grande boom del partito del Senatur.
Da quel giorno il boss Trovato disse ai suoi: “Votate Lega e fate buon pubblicità “, dando il via a un sodalizio quanto meno singolare.
A raccontare i fatti è Giuseppe Di Bella, per 25 anni uomo di fiducia di Coco Trovato, che si è deciso a raccontare la verità , come promesso alla moglie Federica, morta nell’estate 2009.
Dal suo racconto emerge una ‘ndrangheta che allunga sempre più le mani sugli affari del Nord, dalla sanità alla politica passando per l’imprenditoria, lombarda in particolare.
E Gamma non è l’unico politico importante a essere citato per le sue amicizie compromettenti.
Un’inchiesta non è ancora stata aperta. Per molti reati, commessi tra il 1986 e il 1990, ci sarebbe la prescrizione.
Ma si potrebbe procedere per il riciclaggio di denaro e per almeno quattro omicidi non ancora risolti.
In via Bellerio l’allarme è già scattato.
Umberto Bossi e i suoi fedelissimi hanno già approntato un crisis management per evitare che il caso si abbatta come un ciclone sul partito.
Già scocciati dalle recenti dichiarazioni di Roberto Saviano sul rapporto tra Lega Nord e ‘ndrangheta, ora i padani devono affrontare un nuovo colpo.
Ed è partito il toto-Lega: chi sarà l’esponente incriminato?
Sicuramente – raccontano nel Palazzo – si escludono le nuove leve del Carroccio.
Troppo giovani Marco Reguzzoni, Matteo Salvini e Federico Bricolo, fanno notare i beninformati.
Stesso discorso per i governatori Luca Zaia e Roberto Cota, che per di più non sono nemmeno lombardi.
E dunque?
Non resta che cercare nella vecchia guardia, ovvero tra coloro che fin dall’inizio sono stati al fianco di Umberto Bossi, urlando il loro celodurismo sul pratone di Pontida.
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