GRILLO ORA HA PAURA DI VINCERE: “SE FACCIO IL BOTTO POI SARO’ IN DIFFICOLTA'”
IL LEADER M5S DOMENICA A SKY… SU CANALE 5 IL 21 SFIDA SEPARATA TRA I TRE SFIDANTI PRINCIPALI
Dopo un mese di tsunami-tour e il vento in poppa nei sondaggi, Grillo deve ammettere che un po’ di paura ce l’ha.
Teme che il MoVimento 5 Stelle possa fare il botto, vincere.
«Se dovesse succedere saremmo anche un po’ in difficoltà e dovremmo scegliere le persone in fretta. Noi saremo l’ago della bilancia».
Intanto, porta l’offensiva del “Vaffa” in televisione, dove eccezionalmente andrà domenica. «Tornerò per un’intervista di 30 minuti dal camper, su SkyTg24 alle 20,30 e in chiaro su Cielo alle 21».
Dall’ex grillino, Giovanni Favia, ora candidato con Ingroia, un commento al veleno: «Tanto lui è peggio di Berlusconi…».
Ma Grillo se ne frega: le piazze sono piene, raccoglie consensi con gli attacchi ai politici Monti, Berlusconi, Bersani che sono più che vecchi, dice, «vengono dall’aldilà ».
In tv, a Canale 5, giovedì prossimo, andranno anche Monti, Berlusconi, Bersani, sorteggiati in quest’ordine: non una sfida a tre, ma 50 minuti di domande a testa con un conduttore e due giornalisti in studio, dalle 21 e 10.
Il “fattore Grillo” — benchè il M5S prenda voti soprattutto a Berlusconi e alla Lega — preoccupa, e molto, il Pd.
Il rischio — è il ragionamento di Bersani — è che Grillo superi Monti, diventando la terza forza politica del Paese e rendendo il prossimo Parlamento una trincea.
Tanto che il candidato premier del centrosinistra ha deciso di lanciare nel rush finale della campagna elettorale quattro proposte anti-casta.
Tra i primi atti di un governo Bersani ci saranno i tagli ai costi della politica, quindi un tetto agli stipendi dei manager di società pubblico-private (mai sopra i 120-150 mila euro); una diminuzione dello stipendio dei parlamentari (non oltre 5 mila euro, come i sindaci di grandi città ); via i vitalizi per i consiglieri regionali (con risparmi tra i 1.200 e i 2.800 euro in meno per ciascuno); tagli agli stipendi degli «eletti regionali» (consiglieri, presidenti, assessori) che perciò guadagneranno tra i 4.200 e i 6.200 euro.
Un piano a cui ha lavorato Vasco Errani, anche perchè le ultime due proposte sono il risultato di un accordo tra le Regioni.
Per ora sono sulla carta, il prossimo premier dovrà dargli gambe.
Alle Camere poi, i Progressisti porranno subito a una legge per la riduzione dei parlamentari, mentre il governo sarà di 20 ministri.
Il leader del Pd vuole puntare su queste misure come antidoto concreto al «pifferaio» Grillo.
Che l’Italia cada nelle braccia dei populismi è il vero grande rischio: ripete Bersani
«Noi siamo il contrario del populismo — assicura — dove c’è sempre qualcuno che suona il piffero e il popolo deve andargli dietro».
E Vendola? «Andarsela a prendere sempre con lui, mi sembra un po’ esagerato, con tutti i problemi che ci sono, è uno sport inutile…», sbotta il segretario democratico durante una manifestazione a Benevento.
Monti fa retromarcia e nega possibili intese future con Vendola: «C’è stato un piccolo equivoco — spiega — con il leader di Sel siamo incompatibili ».
Però lancia l’allarme: «Con Berlusconi c’è il rischio di incendio finanziario, con Bersani meno ».
Tuttavia il Professore predica l’equidistanza: «Anche la coalizione di sinistra non dà garanzie». Non tutte quelle che ci vorrebbero per rassicurare i mercati: è il mantra del premier uscente. Che incassa l’apprezzamento del commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn in una lettera ai ministri delle finanze europei: «Le decisioni di bilancio prese dall’Italia dal novembre 2011 hanno convinto i mercati e fatto scendere i tassi».
Il premier uscente quindi si presenta come il garante davanti all’Europa.
E su Grillo: «Se cresce, è perchè i partiti hanno fatto un vero disastro», accusa.
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica“)
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