“HANNO AIZZATO UN CANE CONTRO UN AMBULANTE SULLA SPIAGGIA. E TUTTI APPLAUDIVANO E RIDEVANO”
IN LIGURIA UNA RAGAZZA INTERVIENE, VIENE COPERTA DI INSULTI E POI MINACCIATA SUI SOCIAL… QUANDO QUALCUNO COMINCERA’ A REAGIRE, TRANQUILLI CHE QUESTI RIFIUTI UMANI NON PARLERANNO PIU’ DI BUONISTI
“Ho visto un cagnolino scendere le scale di un bar che dà sulla spiaggia e rincorrere abbaiando un ragazzo dalla pelle scura che vende libri. Naturalmente il cane era stato incitato dal suo proprietario. Nel mentre i bagnanti applaudivano compiaciuti”.
Scene di razzismo balneare su una spiaggia ligure, sabato scorso.
Ce le racconta Simona, che ci chiede però di non usare il suo vero nome.
“Sono intervenuta e ho chiesto a una signora perchè applaudiva e perchè diceva che quel cane era il “Number One”.
La signora mi ha risposto così: “Vaffanculo, puttana buonista del cazzo. Prenditeli tu i negri a casa tua, così ti scopano meglio di tuo marito”.
Un breve racconto che Simona ha consegnato al suo profilo Facebook ed è finito su centinaia di bacheche.
Una diffusione che però le ha attirato contro decine di messaggi terribili, con minacce esplicite alla sua persona. E che l’hanno costretta a rimuovere quel post dai social network, per paura della propria incolumità e di quella della sua famiglia.
“Quei messaggi che mi sono arrivati erano orribili. Minacce esplicite o velate, dicevano “non intrometterti che è meglio per te”, “la prossima volta tira dritto e non guardare”. Ma io non riesco a non guardare, non riesco a ignorare queste cose”, spiega Simona all’Espresso.
Non cerca di fare l’eroina, anzi.
“In quella spiaggia, quando mi sono sentita rispondere così, mi sono messa a piangere. A consolarmi è stato proprio quel ragazzo, che mi ha abbracciato e mi ha detto:”Sono abituato, stai tranquilla”. E ora, dopo aver letto quello che mi hanno scritto, sono spaventata”.
Simona ci racconta però di essere andata a cercare la proprietaria del cane per chiederle come le fosse venuto in mente di aizzare il suo animale domestico contro quel ragazzo che vende libri.
La risposta lascia senza parole: “Il mio cane, come me, odia i negri”.
Più che la banalità del male, siamo di fronte alla stupidità del male.
Meglio chiudere questo articolo con le parole con cui si chiudeva il post su Facebook: “Io non ce la faccio ad accettare tutto questo. Sono solo una donna profondamente sconsolata e preoccupata da questo mondo in cui a volte mi sento come un pesce fuori d’acqua. Ma non ci sto. Io non lo accetto”.
(da “L’Espresso”)
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