I CONDOMINI CHE NEGARONO L’ACQUA AI PROFUGHI CITATI IN GIUDIZIO DALLA PREFETTURA
GENOVA, L’AVVOCATURA DELLO STATO RITIENE NULLA LA DECISIONE DELL’ASSEMBLEA: “UN TUBO DI 25 MILLIMETRI NEL RETRO DEL PALAZZO RIDURRA’ PURE I COSTI CONDOMINIALI”… MA C’E’ CHI HA INTERESSE AD ALIMENTARE LA POLEMICA PER LE SOLITE SPECULAZIONI POLITICHE
La guerra dell’acqua va avanti sulla carta, nel condominio senza pace di via Venti Settembre.
È qui, al civico 11, che dalla metà di agosto hanno trovato casa sei famiglie di migranti con bambini, tra le dure proteste dei residenti.
Ma l’ultima trincea per “arginare” l’arrivo di altri profughi ha la forma di un tubo in polietilene, del diametro di 25 millimetri: è tutto qui, che si gioca il braccio di ferro tra i condomini e la Prefettura, che ha in gestione l’appartamento di proprietà del Demanio.
Il tubo, infatti, serve per l’allaccio all’acqua condominiale della casa dove vivono i migranti: perchè quella usata finora è a caduta, dalla cisterna, e non è sufficiente per alimentare le cinque docce e i sei bagni.
A pronunciare un secco no all’allacciamento, fu il 4 ottobre l’assemblea condominiale: una presa di posizione forte, che suscitò l’indignazione di molti cittadini che si diedero appuntamento sotto lo stabile per un flash mob, con simboliche bottiglie d’acqua per i migranti.
Ebbene, la Prefettura ora ha impugnato quella decisione dell’assemblea condominiale, con un ricorso cautelare urgente da parte dell’Avvocatura dello Stato.
Nel lungo e articolato documento, l’Avvocatura dello Stato precisa che “l’approvvigionamento idrico diretto ed esclusivo per l’appartamento in questione, che in tal modo potrà rendersi indipendente dall’impianto condominiale, comporterà anche una riduzione dei costi condominiali riferiti all’utenza idrica”.
E fa leva sul fatto che l’intervento, “per la sua particolare modestia” e per la collocazione sul retro dell’edificio, non reca alcun danno all’estetica: tanto più che la Soprintendenza lo aveva autorizzato.
Insomma: secondo l’Avvocatura, la delibera dell’assemblea è da considerare nulla.
La risposta del Tribunale di Genova è stata: convochiamo le parti. L’udienza è fissata il 23 novembre.
Nonostante i profughi ospitati non abbiano dato il minimo problema in questi due mesi, continuano le speculazioni di qualche condomino che forse spera di essere candidato alle prossime comunali in qualche partito razzista.
E allora ci si lamenta della “fretta” con cui la Prefettura ha fatto ricorso, come se non fosse suo preciso dovere.
E c’è chi si chiede se “siamo certi che nessuno degli ospiti sia coinvolto in fatti di spaccio”.
Suggeriamo alle forze dell’ordine di togliere ogni dubbio ai genovesi sulla possibilità che in quello stabile qualcuno sia dedito ad attività illecite, compresi i reati finanziari, procedendo a una pequisizione a tappeto di tutti gli appartamenti, comprese le attività commerciali, nessuna esclusa.
Così da rassicurare che in quello stabile dove si fa la guerra a dei poveretti per un tubo di 25 millimetri, non esistano delinquenti di qualsiasi genere e razza.
(da agenzie)
Leave a Reply