I FURBETTI DEL GETTONE DI PRESENZA: “CONSIGLIERI RIUNITI PER PARLARE DI SALVIETTE”
COMMISSIONI CHE DURANO UN MINUTO, SEDUTE FANTASMA O SU TEMI PRETESTUOSI: TUTTI I TRUCCHI DEI POLITICI PER AUMENTARSI LO STIPENDIO
A Torino la Guardia di finanza ha consegnato una corposa relazione che accusa alcuni consiglieri di circoscrizione di aver fatto finta di essere presenti alle riunioni.
A Gravina di Puglia diciassette consiglieri comunali incrociano le dita e sperano di non essere rinviati a giudizio la prossima settimana perchè accusati dalla procura di Bari di essere i furbetti delle commissioni, cioè di aver intascato il gettone per non fare nulla.
Ad Agrigento invece le Fiamme gialle hanno fatto irruzione in Comune al grido di «dateci i dati sui lavori delle commissioni fatte» sospettando che in quelle 1.133 sedute registrate anche a Natale, con annessi gettoni per 300 mila euro, si sia solo perso tempo.
Agrigento e Gravina distano quasi duemila chilometri da Torino, ma da Nord a Sud il malcostume degli acchiappa gettoni sembra diffuso.
Non a caso il costo complessivo dei consigli comunali rimane sempre a quota 558 milioni di euro all’anno, al di là di spending review e di tagli ai costi della politica annunciati: alla fine tutti cercano di raggiungere il massimo dello stipendio consentito, partecipando a più sedute di consigli e commissioni possibili.
Per evitare di perdere troppo in busta paga fioccano le convocazioni di riunioni di commissioni.
Ad Agrigento i cittadini sono scesi in piazza per protestare contro i consiglieri comunali apparentemente più stakanovisti d’Italia, che però oltre alle riunioni non hanno prodotto un solo atto degno di nota, ma a Bari si punta a eguagliare il record dei siciliani.
Nel Comune pugliese negli ultimi quattro mesi si sono svolte 50 sedute di commissioni a settimana, 220 al mese.
A questo ritmo supereranno le 2 mila convocazioni in un anno surclassando Agrigento.
I consiglieri pugliesi per ogni seduta ricevono un gettone di 72 euro lordi, che al mese diventano 2.400 euro.
Certo, per giustificare le sedute gli ordini del giorno devono essere tanti e spesso si va quasi di fantasia: a Bari la commissione Pari opportunità si è riunita per affrontare il tema del cani randagi, quella all’Ambiente ha pensato bene di ascoltare un gruppo di medici per affrontare l’annosa questione dell’influenza stagionale.
Loro però non si riuniscono il sabato a differenza dei colleghi palermitani.
Qui i consiglieri lo scorso anno si sono riuniti il sabato per ben 157 volte facendo scattare, oltre al gettone, anche il rimborso al datore di lavoro per l’assenza.
In anni di tagli imperanti alcuni Comuni hanno annunciato con gran clamore di aver ridotto il numero delle commissioni consiliari.
A Massa le hanno sì ridotte, tagliando il gettone ma aumentando il numero di componenti, mentre a Campobasso è stata bocciata la proposta di «garantire il gettone solo a chi partecipa alle commissioni per almeno i due terzi della riunione ».
Quello di firmare la presenza e poi volatilizzarsi sembra essere d’altronde un’usanza molto “comune”.
A Genova sono stati costretti a mettere i badge per registrare le presenze dopo che Repubblica aveva sollevato il caso «del consigliere comunale che si è presentato alla seduta della commissione alle 14,48 e ne è uscito alle 14,49 senza neppure togliersi il casco della moto».
A Pescara i 5 Stelle la scorsa settimana hanno invece denunciato il caso di un consigliere che «durante due commissioni entrando alle 10,40 ha segnato sul registro le ore 10 per poter giustificare l’assenza dal lavoro per un’ora»: «Dopo la nostra denuncia – dice la capogruppo Enrica Sabatini – adesso l’orario d’ingresso viene scritto dal segretario. Ma basta un minuto di presenza per intascare il gettone, come nelle giostre ».
Chiaramente se i cugini più grandi danno questo esempio, i più piccoli non possono essere da meno.
Ed ecco così che a Torino la Guardia di finanza sta indagando per le riunioni fantasma delle circoscrizioni.
Da Nord a Sud, dove a Bari i consigli dei Municipi hanno chiesto e ottenuto di poter istituire anche loro delle mini commissioni speciali.
A Palermo invece una circoscrizione si è riunita perfino il 13 e il 19 agosto per discutere mozioni come quella, dal titolo abbastanza oscuro, «salviette e asciugamani nell’apposito contenitore ».
Argomenti irrilevanti per circoscrizioni che non hanno alcuna competenza, visto che il Comune non ha mai assegnato loro alcuna funzione.
Ma qui i consiglieri di circoscrizione possono dire a gran voce di essere i più pagati d’Italia: grazie alle tante sedute convocate arrivano a un compenso lordo mensile di 1.351 euro, più dei colleghi dei Municipi di Roma. A
Palermo si guadagna pure per chiacchierare un po’.
Antonio Fraschilla
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply