I “MIGLIORI” E LA SINDROME BACI PERUGINA
LE GRANDI ASPETTATIVE SONO IL PRELUDIO DELLE GRANDI DELUSIONI
Ieri, nel corso di un tg, siamo rimasti con la forchetta a mezz’aria alla comparsa di un molto piccato presidente ligure Giovanni Toti che bacchettava il premier Mario Draghi e il ministro Speranza rei di non avere autorizzato l’apertura degli impianti sciistici, causa Covid perdurante. Eh così non va, agitava il ditino costui, che nell’assembramento da unità nazionale si ritiene, e giustamente, in diritto di dire la sua in quanto leader di Cambiamo! (con il punto esclamativo), partito a mezza pensione extra a parte (ma con più voti di Italia Viva). Perchè il bello di questo nuovo, fervido clima da assemblea condominiale è che tutti, proprio tutti (a eccezione di Meloni e Di Battista) hanno diritto di rimostranza, e di veto, purchè in possesso dei millesimi.
Infatti, il noto virologo Matteo Salvini chiede la sostituzione in blocco del Cts e pretende “un cambio di passo” pensando forse che il governo sia la sua personale palestra. Infatti, i gestori della Piana di Vigezzo, in alta Ossola hanno riaperto lo stesso le seggiovie sensibili al richiamo della comune responsabilità , quella del facciamo come cazzo ci pare.
Tutto merito di quella falsa coscienza che si forma sulla pomposa e vuota retorica delle apparenze e del sentito dire.
Il querulo richiamo, per esempio, allo spirito del Cln quando non occorre la cattedra di Storia Moderna per sapere che furono quelli tempi di scontro e di intrighi, che portarono alla defenestrazione di Ferruccio Parri, poi alla guerra frontale De Gasperi-Togliatti, e infine al regime democristiano.
Certo, furono anche gli anni del modello di sviluppo, che diventò la base del decollo industriale degli anni Cinquanta. E del successivo boom economico accompagnato tuttavia dall’arretratezza cronica e mai superata della macchina statale, dalla grave insufficienza delle infrastrutture civili, dal persistente, drammatico squilibrio tra Nord e Sud.
Per non parlare del “governo dei migliori”, annunciato dalla festosa grancassa dell’informazione unica e risoltosi, come nella norma, con qualche ministro migliore, molti peggiori e alcuni così così.
Anche nei Baci Perugina c’è scritto che le grandi aspettative sono il preludio delle grandi delusioni e non si vede per quale motivo, davanti alle pretese di sei o sette tra partiti, partitini e dèpendance si dovesse accantonare il prezioso manuale Cencelli.
Quanto alla deludente presenza femminile nell’esecutivo, urge una domandina: ma secondo l’articolo 92 della Costituzione i ministri, e dunque le ministre non sono di nomina del presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio? O abbiamo letto male?
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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