I SENATORI PD HANNO TRADITO IL MANDATO ELETTORALE: NON SONO STATI VOTATI PER ABOLIRE L’ART.18
LA POLITICA NON E’ OPPORTUNISMO, MA DIGNITA’ E COERENZA … E ANCHE LA MINORANZA PD NON NE E’ CERTO UN ESEMPIO
La cosiddetta “minoranza del Pd” quantificata per giorni in circa 30 senatori (e fino alla vigilia non inferiori a 14) alla fine si è ridotta a tre (che non hanno votato contro, ma sono solo usciti dall’Aula).
Un dato che è sfuggito a molti : hanno votato si in 165, contrari 111, astenuti 2 per un totale di 278.
Ma i senatori sono 315 più i senatori a vita e la soglia dei maggioranza è di 161.
Non a caso Renzi sperava di arrivare a questa asticella.
Il fatto che sia stata superata dimostra che la maggioranza ha votato compatta, ma mancano 40 voti, caso strano della cosiddetta opposizione.
Vogliamo chiamarlo “aiutino” verdiniano?
Se la “minoranza Pd” avesse votato contro? Se fossero stati in 30, il governo sarebbe sceso a 135 e i contrari sarebbero saliti a 141 (salvo ulteriori defezioni ordinati da Verdini).
E Renzi sarebbe andato a casa.
Ma se anche i dissidenti fossero stati in 14 il governo si sarebbe fermato a quota 151 e sarebbe comunque mancata la maggioranza prevista, con probabili dimissioni dell’esecutivo.
Bersani sostiene che per “senso di responsabilità ” non si poteva far cadere il governo: troppo comodo.
Nel programma del Pd non c’era scritto che voleva abolire l’art.18, quindi chi è stato eletto doveva rispettare il mandato ricevuto, non reggere la coda al prestanome (mai eletto) delle lobby.
Bastava essere coerenti.
Hanno scelto di mantenere la poltrona invece di rappresentare gli elettori: Renzi li aveva minacciati di non ripresentarli più e loro hanno abbassato la testa per interesse, questa è la verità .
Ma che ora vogliano pure partecipare allo sciopero dei sindacati è pura faccia tosta, abbiano il buon gusto di restare a casa in attesa dello stipendio.
Quello che molti lavoratori nei prossimi mesi non riceveranno più, grazie a loro.
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