IGOR IL RUSSO E QUELLA BADANTE DIMENTICATA
SPUNTA IL LEGAME CON UNA DONNA, TESTIMONE CHIAVE PER L’OMICIDIO TARTARI, IL 73ENNE MASSACRATO NEL 2015 DOPO UNA RAPINA … ABITAVA A SOLO 13 KM DAL LUOGO DOVE IGOR FECE PERDERE LE TRACCE MA NESSUNO L’HA CERCATA
Se i carabinieri avessero fatto circolare meglio le informazioni in loro possesso, la Questura di Ferrara avrebbe potuto fornire ai militari molti elementi su Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, anche prima dell’omicidio di Valerio Verri.
Tra questi l’indicazione di una badante che frequentò la banda di Pajdek, con cui Igor aveva seminato il terrore nella Bassa Ferrarese fino al 2015, e che viveva proprio a Molinella, a una manciata di chilometri dal bar di Davide Fabbri.
Scambio di informazioni
La tesi che uno scambio di informazioni più trasparente tra le forze dell’ordine avrebbe potuto evitare il secondo omicidio, quello della guardia volontaria Valerio Verri, è alla base dell’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura di Ferrara depositata dal legale della famiglia Verri, Fabio Anselmo.
Ma il comando provinciale dei carabinieri di Ferrara rigetta le accuse e in una nota precisa che «le attività per la ricerca del latitante sono state costantemente condivise». Invece l’avvocato mette in fila una serie di documenti e comunicazioni riservate dei carabinieri che indicherebbero come i militari sospettassero già subito dopo l’omicidio di Fabbri del rapinatore seriale Igor Vaclavic.
Circostanza che però il comando provinciale di Ferrara continua a smentire, aprendo di fatto un braccio di ferro e sostenendo che «si sono acquisiti elementi sulla possibile presenza di Norbert Feher alias Igor Vaclavic nelle Valli del Mezzano solo dopo i fatti delittuosi del tragico 8 aprile 2017», cioè dopo l’omicidio Verri. Ma allora perchè la scheda segnaletica di Igor Vaclavic fu diffusa a tutti i comandi della regione e alle pattuglie alle 15 del 2 aprile?
La storia della badante
E poi ancora il 18 aprile 2017 la Squadra mobile di Ferrara scrive alle Procure di Bologna e Ferrara che una testimone chiave del processo per l’omicidio Tartari (il 73enne massacrato dopo una rapina nel Ferrarese nel 2015, ndr), la zia del rumeno Patrik Ruszo, è stata prelevata dagli agenti il 13 gennaio nell’abitazione in cui lavorava come badante di un anziano, padre di un’infermiera, proprio a Molinella.
La stessa Questura scrive che quella casa dista 13 chilometri dal bar Gallo e 5 dal luogo dove Igor ha abbandonato il Fiorino per darsi alla fuga dopo l’omicidio Verri.
«Se la Questura avesse avuto tempestiva conoscenza del fatto che si sospettava fondatamente che Igor fosse autore dei delitti del 30/03 (rapina a Consandolo, ndr) e del 1/04 – scrive il legale dei Verri – avrebbe potuto rendere nota di tale circostanza e costituire così valida pista investigativa. Si sarebbe potuto controllare la presenza di Igor in quel posto, considerato che era ferito e necessitava di cure».
I ritardi
Dopo l’omicidio Verri dell’8 aprile, infatti, molte persone che negli anni passati avevano gravitato nella cerchia di Vaclavic sono state interrogate e intercettate, ma senza successo. Ci sono poi gli oggetti ritrovati dai carabinieri di Argenta in un bivacco il 3 aprile, inviati ai Ris solo due settimane dopo.
Nella serie di ritardi segnalati dai Verri, c’è anche la riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico del 7 aprile, 24 ore prima dell’omicidio di Portomaggiore, in cui «nulla era riferito dal comandante dei carabinieri di Ferrara Andrea Desideri sul rischio della latitanza del pregiudicato Vaclavic» in quelle zone.
(da “il Corriere della Sera”)
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