IL CAFFE DI BRIATORE CON RENZI: “LO VORREI PREMIER, QUANDO GLI PARLI CAPISCI SUBITO CHE HA IDEE”
L’IMPRENDITORE SI METTE A VENTO CON “IL NULLA” IN POPPA
Un sms, su un numero di cellulare francese.
Cinque minuti dopo, chiama lui.
«Ciao, sono Flavio… che succede?».
Succede questo: il Corriere Fiorentino ha scoperto una colazione di lavoro di quelle che oggi fanno titolo. Flavio Briatore con Matteo Renzi, a Firenze, venerdì, all’hotel Four Season. Il terzo, a tavola, era il manager Lucio Presta.
Si sente la voce che Briatore mette su quando è di buon umore. «Vuol farmi parlare del Renzi? No, dico: ci siamo presi appena un caffè insieme» (è a Porto Cervo: c’è un magnate kazako, turco d’adozione, un certo Tevfik Arif, che ha deciso di sposarsi in Costa Smeralda, praticamente presa in affitto per tre giorni. Ricevimento al Cala di Volpe, camere che costano tremila euro a notte in bassa stagione, 30 limousine, banchetto con caviale e aragoste, champagne a fiumi non per modo di dire, e la richiesta – accolta da Briatore – di fare un festone al Billionaire).
Sì, parliamo di Renzi. Lei non nasconde di avere una forte simpatia per il sindaco di Firenze.
«È giovane, coraggioso, dinamico, concreto… mi piace. Quando ci parli, capisci subito che è uno che vuol fare, che ha idee, progetti, speranze. Ma non dovevo prenderci un caffè, per convincermi di questo».
Chi ha organizzato l’incontro?
«Nessuno. È stata una roba casuale».
Non ci credo.
«E invece devi! Come sarebbe che non ci credi, eh? Oh, dai, non scherziamo… È andata così: io dovevo vedermi con Lucio Presta, sta per ripartire il talent-show su Sky Cielo “The Apprentice” e dovevamo parlare un po’. Lucio, a sua volta, aveva un appuntamento con Renzi… Lucio è il manager di Benigni, e credo che Benigni, la prossima estate, tornerà in piazza Santa Croce per recitare la Divina Commedia. È così che ci siamo trovati insieme…».
Tutti sanno che Briatore è uno dei migliori amici di Berlusconi. Il Cavaliere, di lui, si fida. È tra i pochissimi a cui chiede un consiglio, e da cui, realmente, ne accetta. Perciò l’idea che Briatore abbia questo debole politico per Renzi, ex rottamatore del Pd, e oggi lì, in cammino rumoroso sull’orizzonte che porta al congresso del partito, inevitabilmente colpisce la fantasia di non pochi osservatori.
«Guardi, io su Renzi fui esplicito, e lui lo sa, già ai tempi delle primarie del Pd: quando dissi che, se fossi stato un militante, avrei senza dubbio votato per lui. Purtroppo gli oligarchi del partito scelsero Bersani e…».
Purtroppo, di preciso, perchè?
«Beh, perchè se fosse stato Renzi a essere il candidato premier, probabilmente Berlusconi non si sarebbe presentato alle elezioni. L’errore del Pd fu gravissimo. Non capirono, e temo che continuino a non capire, che Renzi può andare a prendere anche molti voti tra i moderati… Detto questo…».
Detto questo?
«Beh, anche se Renzi è lì a battersi contro quelle mummie, lui per primo sa che comunque, per poter fare delle cose, occorre poter essere messi nelle condizioni di farle. E se penso che a Palazzo Chigi sono riusciti a far restare bloccato pure uno come Berlusconi…».
Avete parlato anche di questo, l’altro giorno?
«Ma nooo! Dai, queste sono cose che dico io! Però è così: in Francia c’è una Repubblica presidenziale, in Gran Bretagna un primo ministro che decide, negli Stati Uniti il Presidente che può tutto… Qui da noi? Per questo, prima di pensare a nuove elezioni, io penso che questo governo farebbe bene a lavorare a una riforma elettorale, e non solo».
Continui.
«Deve fare riforme, abbassare le tasse, far sì che le banche tornino a prestare soldi alla gente. E questo è anche quello che pensa Berlusconi».
L’ha sentito di recente?
«Ci sentiamo sempre, con Silvio. Lui, a questo governo, è pronto a dare tutto il supporto possibile. Però, vede, lei prima mi chiedeva cosa penso di Enrico Letta: beh, io le persone sono abituato a giudicarle da ciò che fanno. E cosa ha fatto concretamente finora Letta, per far ripartire l’economia del nostro Paese moribondo? Pensi al turismo: sta per arrivare l’estate, ma chi ha il coraggio di investire qui da noi?».
A questo punto Briatore comincia a raccontare di come è stato facile aprire il suo nuovo ristorante Cipriani a Montecarlo, con la polizia che bloccava il traffico per aiutare i camion a scaricare tavoli e cucine, e con i tecnici del Comune che lo chiamavano per sveltire ogni pratica burocratica.
Briatore, se Renzi si candidasse come premier, lei lo voterebbe?
«Certo che lo voterei! Ma le chiedo: quante e quali sono le anime cattive di questo Paese che fanno, e faranno, la guerra a Renzi?».
Fabrizio Roncone
(da “il Corriere della Sera”)
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