IL CAVALIERE: “LE AUTORITA’ MI SCONSIGLIANO LE PIAZZE”, MA IL VIMINALE LO SMENTISCE: “NESSUN RISCONTRO ALLE PAROLE DI BERLUSCONI”
MA CHE ATTENTATI, SILVIO HA SOLO PAURE DELLE “PIAZZE VUOTE”
E adesso Berlusconi si gioca anche un possibile allarme attentati, una minaccia diretta alla sua persona e alla sua sicurezza.
Di cui parla lui stesso, ovviamente con la formula più generica possibile.
Ospite de La7, nella sua ennesima intervista, il Cavaliere dice testualmente: «C’è una forte preoccupazione da parte di certe autorità nei miei confronti. Mi hanno pregato di non andare a fare discorsi nelle piazze. Ci fu un tentativo di uccidermi… e adesso, con l’odio che circola a piene mani …».
Prosegue con aria preoccupata: «Coloro che hanno la responsabilità della mia scorta mi hanno espresso questa preoccupazione pregandomi, se deciderò definitivamente di recarmi nelle singole regioni, di fare interventi pubblici nei teatri o nei palazzi dei congressi»
Pochi minuti, nessun dettaglio in più.
Nè fornito da lui, nè tantomeno successivamente dagli uomini del suo staff.
L’allarme resta volutamente vago.
Ma il duplice riferimento a «certe autorità » e a «coloro che sono responsabili della sicurezza» fanno ritenere che l’allarme arrivi direttamente dall’Aisi, il servizio segreto interno, da cui dipende la ventina di uomini della sua scorta.
Come riferiscono fonti del Viminale, l’ex premier aveva diritto a una protezione da parte dello Stato ancora per un anno dopo le sue dimissioni, ma alla scadenza, a novembre del 2012, da palazzo Chigi è partito l’ordine di un’ulteriore proroga
Al Viminale reagiscono con estrema freddezza, ma senza dimenticare però che Berlusconi è stato effettivamente vittima di due aggressioni, quella di Milano del 2009 e quella di Roma di cinque anni prima.
Di mezzo e successivamente altri episodi che però non si sono mai risolti in concrete minacce e pericoli.
L’abbiamo presa seriamente, come tutto viene preso seriamente qui dentro, ma di certo non l’abbiamo drammatizzata ». Nelle stanze del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri nessuno si permette dire, brutalmente e su due piedi, che l’allarme rivelato da Berlusconi è una bufala.
Per carità , un ex prefetto come lei non potrebbe mai avere una simile caduta di stile. Del tutto inutile quindi cercare una battuta ad effetto di questo tipo.
Soprattutto perchè di Berlusconi, al Viminale, conoscono bene la storia e ricordano quei due agguati – piazza Duomo e piazza Navona – che hanno segnato fisicamente l’ex premier
Ma da qui a ritenere che su di lui, in queste ore, incomba un reale e documentato pericolo ce ne corre.
Anche questo non viene detto così brutalmente, ma passando da una verifica all’altra si capisce che quanto Berlusconi ha affermato in tv non ha un riscontro cartaceo di alcun tipo.
Riscontro che, per la sua rilevanza, avrebbe avuto un posto in bella evidenza sulla scrivania del ministro, avrebbe comportato un’immediata informativa del capo della polizia Antonio Manganelli col ministro medesimo, e alla fine avrebbe prodotto anche uno specifico appunto per palazzo Chigi.
Di tutto questo, a quanto si può capire, non c’è traccia alcuna al Viminale
Le 16 sono passate da pochi minuti quando Mauro Alberto Mori, il portavoce del ministro Cancellieri, legge sulle agenzie la dichiarazione del Cavaliere e subito chiama per telefono il ministro che, in quei minuti, non si trova in ufficio.
La prima reazione a caldo, a quanto riferiscono poi fonti del Viminale, testimonia che l’ex prefetto apprende per la prima volta il rischio che Berlusconi possa vedersi inibite le piazza per un rischio di possibili attentati.
Cancellieri non sembra drammatizzare. Le ore successive confermano che al Viminale non si accende una spia rossa, nè tantomeno si scaldano i telefoni
Un fatto viene dato per certo nell’entourage del ministro: nè dai suoi uffici, nè tantomeno da quelli della polizia e del prefetto Manganelli, sono partite notizie e allarmi simili a quelli denunciati da Berlusconi. –
La fonte dell’ex premier non è il Viminale.
Nè tantomeno minacce di quel genere sono state riferite allo stesso Viminale da altre fonti informative, i servizi per intenderci.
Nè al Viminale si slanciano in ipotesi su chi possano essere le «autorità » a cui Berlusconi, in tv, ha attribuito l’origine dell’allarme.
Tuttavia, com’è costume di Cancellieri, anche la sortita di Berlusconi viene risolta in positivo. Nessuna nota ufficiale, nessuna dichiarazione.
Ma tra i suoi collaboratori viene fatta una considerazione che suona così: «Durante la campagna elettorale, ovviamente, l’attenzione di tutta la nostra struttura è al massimo livello. Essa lavora per consentire che la competizione si possa svolgere nel modo più sereno possibile».
C’è un’ultima riflessione che si può raccogliere al Viminale e riguarda il comportamento del capo del Pdl.
Se egli effettivamente fosse stato messo in allerta per un pericolo concreto sicuramente, come prima mossa, si sarebbe rivolto proprio al ministro dell’Interno e alla polizia.
Del resto, al di là degli uomini di scorta che dipendono materialmente dal servizio segreto interno, quello sarebbe stato il punto di riferimento obbligato per un potenziamento della sua protezione.
Ma questo passo, ci si limita ad osservare, non è avvenuto.
Leave a Reply