IL CAVALIERE TEME IL SILENZIO DEL COLLE: “VUOLE IMPEDIRE LE URNE IN AUTUNNO”
DA DOMANI PARTE LA CAMPAGNA PER LA NUOVA FORZA ITALIA
«Napolitano prende tempo, ma in queste condizioni la situazione è difficile da tenere in equilibrio». Silvio Berlusconi ha una visione lucida ma sconfortata di quel che attende lui e il partito, nelle parole dei pochissimi che lo hanno sentito in giornata.
Il Cavaliere trascorre il sabato d’agosto a Villa San Martino, ritrovando il sorriso solo in serata, in occasione dei festeggiamenti dei 47 anni di Marina, che quest’anno più che mai ha voluto essere al fianco del padre nel momento più cupo della sua vita
Nel frattempo scatena la potenza di fuoco della propaganda.
Da domani migliaia di manifesti 6à—3 campeggeranno in tutte le città italiane, col logo del partito del ’94 e lo slogan “Ancora in campo per l’Italia — Forza Italia”.
Sullo sfondo l’immagine del leader tra la folla nella manifestazione di domenica scorsa davanti Palazzo Grazioli.
Ecco perchè Verdini e chi con lui lavora alla macchina organizzativa ed elettorale del partito pigia sull’acceleratore.
Sui social network sono state lanciate da ieri le “slide” su quando fatto dal leader nei suoi anni a Palazzo Chigi, anche lì sotto il logo di Forza Italia.
La nuova sede, che prende il posto della vecchia del Pdl in via dell’Umiltà , sarà inaugurata il 26 agosto in piazza san Lorenzo in Lucina a Roma.
E non viene esclusa la presenza del Cavaliere.
Tutto lascia presagire che si sia innescato già il count down elettorale, in pieno stile berlusconiano. Ma dietro c’è molta tattica. Pressing per evitare che la crisi si apra davvero.
Per Berlusconi c’è un solo modo per evitarlo: salvarlo dalle misure restrittive alle quali è stato condannato.
Dal Quirinale giungono discreti ma irremovibili inviti a non esercitare alcun tipo di pressione sull’attesa «risposta» in merito alla cosiddetta «agibilità politica» da restituire al leader Pdl, invocata una settimana fa dai capigruppo Brunetta e Schifani. Inutile, è stato il messaggio, attendere lo scoccare di Ferragosto o della settimana successiva. Dal Colle si prenderanno i loro tempi per tutti gli approfondimenti e le riflessioni del caso, senza fretta, senza pressing.
«Il presidente Napolitano ci ha fatto capire chiaramente che non ci manderà mai al voto a ottobre o a novembre, tanto meno senza legge elettorale» ragionava ieri Berlusconi con un alto dirigente del partito.
E dunque il gioco dell’oca torna alla casella di partenza.
Il sospetto che da Arcore si propaga per tutto lo stato maggiore del partito, sotto il solleone di agosto, è che il Colle stia prendendo tempo con un preciso obiettivo: «Così finirà per chiudersi la finestra elettorale d’autunno e per noi non va bene».
Prima che tutto questo si compia, il Cavaliere vuole ottenere una risposta sul suo destino, comunque entro agosto.
Fermo restando che non intende affatto rassegnarsi nè alle dimissioni da senatore, nè all’accettazione passiva dei domiciliari o dei servizi sociali.
Se sarà costretto, allora sì, potrebbe scatenare la tempesta piuttosto che continuare a reggere il governo Letta, va minacciando nei momenti in cui si inalbera nei colloqui privati.
Anche al quartier generale berlusconiano non si fanno illusioni.
Del resto, il Quirinale lo ha fatto presente tanto ai pidiellini che ai democratici nelle consultazioni dell’ultima settimana: nessuno potrà mai chiedere, tanto meno pretendere, qualcosa di diverso da quel che la legge consente di fare.
Nessuno strappo alle regole, grazia o salvacondotto che sia.
E se davvero le porte del voto anticipato sono sprangate?
L’alternativa che prende piede tra i berlusconiani nelle ultime ore è che si possa accelerare sulla riforma della legge elettorale per tornare a votare a febbraio, come in questo 2013, comunque prima che scatti il semestre italiano alla presidenza Ue.
La priorità per il presidente Napolitano è che l’esecutivo Letta regga.
L’invito rivolto a entrambi i «soci» di maggioranza è a mantenere la calma ed evitare provocazioni reciproche.
Ma intanto l’Imu resta una mina piazzata sotto Palazzo Chigi, anche quella da disinnescare entro fine agosto.
Berlusconi ha imposto ai suoi di non demordere. L’abolizione «è un impegno sul quale è nato il governo di larghe intese, meglio evitare di rimetterlo in discussione » manda a dire Mariastella Gelmini, assai vicina all’ex premier, a Fassina e ai democratici.
Tutto sembra reggersi a stento, insomma.
Oggi con molta probabilità Berlusconi si trasferirà a Villa Campari, sul Lago Maggiore, unico strappo al “ritiro” post condanna, per qualche giorno di relax nel suo Ferragosto peggiore.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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