IL CICLONE INES SCOMPAGINA LA CATALOGNA: PASSIONE, GRINTA, COMPETENZA, UNA RAGAZZA DI DESTRA TRASCINA CIUDADANOS ALLA VITTORIA
INES ARRIMADAS, 36 ANNI, AVVOCATO, L’UNICA VERA OPPOSITRICE AGLI INDIPENDENTISTI E UN VERO ANIMALE POLITICO, NEI DIBATTITI NON CE N’E’ PER NESSUNO… I SUOI COMIZI NELLA CINTURA ROSSA: “LA VERA EMERGENZA E’ IL LAVORO”
Rimmel brillante, capello corvino, Inès Arrimadas è il ciclone che sta scompaginando gli equilibri politici spagnoli.
Troppo bella per non bucare il video, eppure anche troppo aggressiva e suadente, per non mettere tutti in riga.
Lo chiamano il «Fattore Inès». L’uomo che l’ha scoperta e spinta, il segretario generale di Ciudadanos, Albert Rivera, gongola.
Ora il partito arancione è la stampella di destra, giovane e pulita ma pur sempre stampella, del colosso Popular del premier Mariano Rajoy. Se Arrimadas stracciasse il candidato Pp a Barcellona, anche Rivera a Madrid potrebbe alzare il prezzo con il premier
Arrimadas, 36 anni, è una candidata post ideologica, post femminista, post politica: un animale da dibattito, a suo agio negli interventi in Parlament come in tv, capace di giostrare tra destra e sinistra con la naturalezza con cui aggiusta il ricciolo.
Non gioca con l’umorismo, è seria e vuole esserlo, ma quando gli avversari le danno della «marionetta che ha imparato quattro slogan a memoria» lei ribatte senza stizza, quindi efficacissima: «Si abbassa agli insulti personali? Che pena, non ha altri argomenti?».
E lo fa indifferentemente in spagnolo o in catalano. Lei che è andalusa di nascita e di studi e da oltre 10 anni vive a Barcellona
«Non sarò parlamentare per sempre, rientrerò nel settore privato». È arrivata a fine campagna senza voce, ma si dice sia stata sua l’idea del nuovo marchio che unisce in un cuore le tre bandiere: catalana, spagnola ed europea.
Sua l’idea di mettersi in concorrenza non solo sul terreno del patriottismo con la destra, ma anche su quello del Welfare e della politica di genere con la sinistra.
«Certo, le donne faticano ad essere al vertice delle imprese e delle professioni – ha spiegato in un comizio –. Quanti soldi hanno investito gli indipendentisti negli asili nido? Zero. Quanti soldi investirò io se sarò eletta presidenta? Tutti i milioni che Puigdemont usava per promuovere l’indipendenza all’estero aprendo ambasciate».
Ha avuto il coraggio di fare comizi nella cintura rossa di Barcellona, di dire che «la coda all’ufficio di disoccupazione la fanno indipendentisti e non indipendentisti ed è il lavoro la vera emergenza».
Non sarà presidenta, Ma Inès è ormai sbocciata e resterà a lungo nella politica spagnola.
(da agenzie)
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