IL “CITTADINO DI RIACE” CARO A SALVINI E’ NON SOLO UN UOMO DELLA ‘NDRANGHETA, MA PURE VICINO A “NOI PER SALVINI”
L’ATTACCO AL SINDACO DI RIACE E’ DIVENTATO UN BOOMERANG… SCANDALOSO CHE UN MINISTRO DEGLI INTERNI USI UN MAFIOSO PUR DI SCREDITARE LUCANO
Il giorno dopo la manifestazione in cui migliaia di persone hanno portato la loro solidarietà a Mimmo Lucano – il sindaco del Comune in provincia di Reggio Calabria diventato modello di accoglienza diffusa, ora agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – Matteo Salvini pubblicava su profilo Facebook un video con il quale sembrava voler dimostrare che la ‘favola’ dell’integrazione nel paesino della Locride in realtà non esiste.
“Quando hanno indagato me, l’Associazione Nazionale Magistrati ha difeso il pm dichiarando “basta interferenze”, ora diranno le stesse cose? Nel frattempo, se avete 2 minuti sentite cosa diceva questo cittadino di Riace parlando del sindaco…”, si legge nel post.
Nel video si vede un uomo che accusa Lucano di non curarsi dei cittadini di Riace, di dare lavoro solo ai migranti
Ma chi è la persona che parla nel video realizzato nell’aprile 2016 dalla rete locale Calabria Magnifica Tv? Poche ore dopo la pubblicazione del post alcuni utenti hanno fatto notare che quest’uomo, Pietro Zucco – nell’intervista dice pubblicamente il suo nome – oltre ad essere stato membro dell’amministrazione del paesino prima che Lucano diventasse sindaco – ha un trascorso da presunto prestanome della ‘ndrangheta e, per questa ragione, nel 2011 è stato arrestato.
Per avvalorare questa tesi viene postata la pagina di un quotidiano locale, datata gennaio 2011: “Intestazioni fittizie: arresti e sequestri delle fiamme gialle”, si legge nel titolo. Tra i nomi dei tre arrestati c’è quello di Zucco che, attualmente – si legge sul Corriere della Calabria – graviterebbe nell’ambiente di Noi con Salvini.
Dalla lettura del comunicato della Guardia di Finanza, diffuso al momento dell’operazione si legge: “Sono state sequestrate due aziende operanti nel settore del movimento terra e calcestruzzo (attività di primario interesse per le cosche mafiose) appartenenti alla cosca RUGA — METASTASIO. Altre due persone sono state denunciate a piede libero”. Il ruolo di Zucco, si evince dal comunicato, era quello di prestanome. Era stato, infatti, il rappresentante legale di una delle cooperative dalle quali questa inchiesta era partita. Aveva assunto, si legge nel comunicato, la titolarità formale della cooperativa. E la titolarità era “finalizzata a interporre una formale barriera all’individuazione dei reali attori della vicenda”.
Molti utenti hanno fatto notare i trascorsi non proprio edificanti di Zucco a Salvini: “Sei un manipolatore, ecco il tuo eroe”, si legge in un commento. C’è, poi, chi chiede le dimissioni e chi domanda: “Non si vergogna neanche un po’?”.
Le persone che si indignano per quello che pare essere uno scivolone di Salvini si fermano alla vicenda dell’arresto di Zucco, ma le sue vicende giudiziarie hanno avuto un seguito.
Il suo nome, infatti, compare in una sentenza della Corte di Cassazione del 2015: condannato a 4 anni e sei mesi di carcere dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel 2014 per il reato di trasferimento fraudolento di valori si è rivolto – insieme a un altro soggetto coinvolto nell’inchiesta partita nel 2011 – alla Suprema Corte contro quella decisione. Il giudice, però, ha rigettato i ricorsi, confermando quindi l’operato della Corte d’Appello.
Matteo Salvini, al momento, non è intervenuto sulla vicenda, ma tra i coloro che commentano il suo post sono sempre di più le persone che gli fanno notare i trascorsi della persona di cui ha condiviso sui social le opinioni. Queste volta, insomma, pare che la “Bestia” social del ministro dell’Interno abbia fallito.
(da “Huffingtonpost”)
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