IL CTS A DRAGHI: “TENERE CHIUSE PALESTRE E PISCINE, ESTREMA PRUDENZA SULLE RIAPERTURE, LA VARIANTE SARA’ PREVALENTE A MARZO”
IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO HA SUGGERITO A DRAGHI DI CONFERMARE L’IMPIANTO DEL DCPM IN SCADENZA IL 5 MARZO
Il Comitato tecnico scientifico non nasconde la sua preoccupazione per il rialzo dei contagi e soprattutto per le prospettive che lasciano ipotizzare che entro la prima metà di marzo la variante inglese, più contagiosa del 38 per cento, sarà ormai diventata prevalente. Per questo, al premier Mario Draghi che li ha convocati a Palazzo Chigi per le 19, i tecnici suggeriranno estrema prudenza per eventuali riaperture di attività .
La posizione è quella già espressa nei giorni scorsi: il rischio non viene dalle singole attività che si chiede di poter riaprire ma da tutto il movimento che ne consegue.
Ed è un rischio che l’Italia, dove i governatori continuano ad istituire zone rosse localizzate per l’esplosione di focolai di contagi spesso riconducibili alle varianti del Coronavirus, non può correre in questo momento.
Sommersi da diverse nuove richieste di riaperture presentate da ministri ma anche da categorie produttive, i tecnici del Cts hanno bocciato praticamente tutto: no alla riapertura di piscine e palestre, neanche per corsi individuali o per terapie riabilitative, no all’apertura di sale gioco e sale bingo e ai corsi pomeridiani per bambini.
Attività che potranno riaprire solo nelle zone in cui ci sarà un’incidenza di contagi non superiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti, dunque le “zone bianche” a cui aspirano Val d’Aosta e Sardegna ma che nessuna regione ha finora raggiunto.
Per il Cts, l’impianto del Dpcm in scadenza è dunque da riconfermare in toto. Non è stata ancora presa in considerazione alcuna modifica dei parametri di rischio come chiesto dalle regioni il cui documento non è stato ancora esaminato.
“Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo”, ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, lasciando palazzo Chigi dopo aver partecipato alla riunione operativa convocata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi con i ministri.
“Abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri – ha aggiunto Miozzo – dal punto di vista scientifico noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente”. Rispondendo ai cronisti, Miozzo ha concluso che “Draghi non è aperturista o rigorista”, “ascolta e ci ha ascoltati con attenzione”
Si stringe dunque verso il nuovo Dpcm. Insieme a Draghi e ai rappresentanti del Comitato tecnico scientifico (il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il coordinatore del Cts Agostino Miozzo) stasera a Palazzo Chigi si sono riuniti pure i ministri (il responsabile della Salute Roberto Speranza, la responsabile degli Affari regionali Maria Stella Gelmini e il titolare dell’Economia Daniele Franco, ma anche i ministri capo delegazione dei partiti di maggioranza Dario Franceschini (Pd), Giancarlo Giorgetti (Lega), Stefano Patuanelli (M5S), Elena Bonetti (Iv) ).
Un primo passo decisivo per adottare le decisioni che entro la fine della settimana saranno tradotte in un nuovo Dpcm o in un decreto legge dopo che il Parlamento, già domani, avrà dato le sue indicazioni in seguito alla relazione del ministro della Salute Speranza, già fissata per le 13.30 al Senato e alle 17 alla Camera.
(da agenzie)
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