IL CUNEO DA 14 EURO? LETTA SMENTITO DAL SUO STESSO GOVERNO
PREMIER SI LAMENTA IN TV PER LA “CIFRA FASULLA” CHE PERà’ È SCRITTA NELLA RELAZIONE TECNICA…. BUGIE ANCHE A EPIFANI SUGLI ESODATI… SACCOMANNI SALVA GLI AMICI DI BANKITALIA
Enrico Letta era andato da Lilli Gruber a Otto e mezzo per togliersi “un sassolino dalla scarpa”. Ne è uscito con un masso.
Le sue parole ora lo inchiodano smentendo la sua proverbiale prudenza.
“Questa storia dei 14 euro è una cosa che mi ha dato noia” ha detto il presidente del Consiglio, “non so chi l’ha inventata, è una cifra fasulla, un’operazione mediatica per farci solo del male”.
Peccato che la cifra fasulla a proposito della riduzione del cuneo fiscale, con l’incremento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti, l’abbia fornita lui stesso. Anzi, l’ha scritta, nero su bianco, sulla Relazione tecnica della legge di Stabilità . Ognuno può leggere e verificare. Come abbiamo fatto noi, dotati di penna e calcolatrice.
All’art “Misure fiscali per il lavoro e le imprese”, infatti, vengono indicate le detrazioni “rimodulate” rispetto alla legislazione vigente.
Se per i redditi fino a 8 mila euro e per quelli superiori ai 55 mila, non cambia nulla, per i redditi tra gli 8 e 15 mila e tra 15 e 55 mila c’è il ritocco in questione.
La detrazione massima viene innalzata da 1.338 euro a 1.520.
Si tratta di un incremento di 182 euro l’anno. Dividendo la cifra per le tredici mensilità di cui si compone una normale busta paga, vengono fuori è esattamente 14 euro.
Senza trucchi nè inganni.
La “cifra fasulla”, quindi, è scritta, in forma abbastanza decifrabile, in una norma ufficiale, depositata al Senato e messa agli atti della discussione parlamentare.
Va chiarito, però, che stiamo parlando della detrazione massima ipotizzata dalla legge di Stabilità .
Facendo due rapidi calcoli, infatti, scopriamo che, nel caso di un reddito da 25 mila euro lordi annui, il bonus mensile corrisposto dal governo è di 13,65 euro mentre per un reddito di 40 mila euro lordi annui, si scende ancora a 8,75 euro mensili.
Quello che Enrico Letta non sa è che il calcolo sui 14 euro, la “cifra fasulla” che tanto l’ha irritato, è ancora una cifra ben disposta nei confronti del governo.
Se si facesse il calcolo del beneficio complessivo della riduzione fiscale prevista, calcolata nella Relazione tecnica in 1.702,8 milioni (un miliardo e settecento, per intendersi) e la si dividesse per gli oltre 17 milioni di lavoratori dipendenti, la cifra mensile media disponibile per ogni lavoratore italiano sarebbe di soli 98 euro annui, cioè 7,6 euro al mese.
Si tratterebbe della “media del pollo” ma in termini macroeconomici il dato è quello.
Le ”panzane” di Letta, quindi – per utilizzare il linguaggio del Quirinale — sono evidenti.
Secondo lo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, sono anche altre.
Carla Cantone, segretario della categoria, oltre a ricordare che gli interventi previdenziali producono una riduzione di 615 euro nel triennio, trasformando così i pensionati “nel bancomat del governo”, ricorda anche la vicende del Fondo per la non autosufficienza.
“Letta ha detto che è aumentato, spiega al Fatto , in realtà ha stanziato solo 250 milioni mentre Monti ne stanziò 275”.
E siamo alla seconda “panzana”. Poi ce n’è una terza, non raccontata al Paese o al Parlamento ma al “suo” segretario di partito, Guglielmo Epifani.
E riguarda gli “esodati”.
Lo riferisce lo stesso Epifani ai lavoratori che hanno presidiato ieri la sede nazionale del Pd per ricordare che, grazie alla legge Fornero, c’è chi è rimasto senza lavoro e senza pensione.
Circa 300 mila persone, secondo le stime Inps, di cui solo 130 mila sono stati tutelati dai provvedimenti governativi degli ultimi due anni. Nella legge di Stabilità , ora, se ne “salvano” altri 6.000, molto al di sotto delle necessità .
Da qui, la manifestazione di ieri che ha messo in imbarazzo Epifani il quale è stato costretto ad ammettere chei “Letta ci aveva assicurato che ci sarebbe stato un intervento ampio…”.
Che, invece, non c’è stato.
L’ultima panzana riguarda il blocco degli stipendi per il pubblico impiego.
Esiste dal 2010, il governo lo prolunga ancora fino al 2017 ma non per il personale della Banca d’Italia.
Secondo Radiocor, infatti, nel testo della Stabilità , le misure che intervengono sulla spesa del pubblico impiego, bloccando le procedure contrattuali e negoziali, nonchè l’aumento dei trattamenti economici anche accessori, vengono applicate a una nuova platea: non più quella cui si riferiva il decreto legge 78 del 2010, nella quale rientrava la Banca d’Italia, ma al personale delle Pubblica amministrazione, individuato dal relativo elenco Istat, che la esclude.
Blocco per tutti ma non per gli amici del ministro Saccomanni.
Salvatore Cannavò
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