IL DEPUTATO MAGI DA LAMPEDUSA: “LA SEA WATCH HA RISPETTATO LA LEGGE, IL DECRETO DI SALVINI SARA’ DICHIARATO INCOSTITUZIONALE”
IL PARLAMENTARE DI + EUROPA: “E’ L’ENNESIMA FARSA DELLA CROCIATA DISUMANA E IPOCRITA DI SALVINI”
Questa mattina sono arrivato a Lampedusa per seguire da vicino, come parlamentare, l’evolversi del caso della nave Sea Watch 3 e testimoniare vicinanza alle vittime di quella che è ormai una farsa di Stato disumana e sadica.
Una farsa interrotta dalla decisione della comandante Carola Rackete, di dirigersi verso la costa, nonostante il divieto imposto dal governo italiano, per mettere in salvo le 42 persone soccorse al largo della Libia.
Questa decisione rappresenta è l’unico esito coerente con il senso di umanità e con le norme internazionali e nazionali sul salvataggio della vita in mare. E il tempo lo confermerà con chiarezza.
Lasciare queste 40 persone al limite delle acque territoriali italiane aspettando che, ad una ad una, le loro condizioni di salute peggiorino per portarle a terra con evacuazioni mediche, come avvenuto nei giorni scorsi, è stato l’ennesimo sfoggio di disumanità .
Ancora una volta si sono usati dei naufraghi come ostaggi per un patetico e brutale atto di forza del governo italiano che, a ben vedere, rivela però tutta la sua impotenza.
Va ricordato infatti che mentre alla Sea Watch veniva impedito di dirigersi verso Lampedusa, negli stessi giorni sull’isola giungevano centinaia di altri naufraghi a bordo delle motovedette della Guardia costiera italiana o direttamente in porto, con imbarcazioni di fortuna
Con la mia presenza qui voglio manifestare sostegno e vicinanza ai naufraghi, all’equipaggio della Sea Watch 3 e a chi, come don Carmelo La Magra, da giorni chiede alle istituzioni italiane un po’ di umanità .
Ma intendo anche monitorare un caso su cui viene per la prima volta applicato il cosiddetto Decreto sicurezza bis: una norma profondamente incostituzionale.
Basti pensare, infatti, che con questo decreto si attribuisce al Ministro dell’interno la competenza di vietare l’accesso alle acque territoriali quando si concretizzi una ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; ipotesi che, però, in Italia è compito della magistratura formulare e accertare.
Questo modo di procedere va, ancora una volta, contro le norme nazionali e internazionali sull’obbligo di salvataggio in mare. Tutto ciò è ancora più paradossale alla luce del fatto che finora mai nessuna Ong che fa salvataggio in mare ha subito condanne: ci sono state solo archiviazioni e assoluzioni.
Si tratta quindi dell’ennesimo, grave capitolo della disumana crociata del Ministro dell’interno contro chi è impegnato a salvare vite nel Mediterraneo.
Riccardo Magi
(da “Huffingtonpost”)
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