“IL FATTO NON SUSSISTE”: ASSOLTO CAPPATO SUL CASO DJ FABIO
APPLAUSI AL MOMENTO DELLA SENTENZA… NOTA TRISTE: L’ESPONENTE DEI RADICALI HA RICEVUTO LA NOTIZIA DELLA MORTE DELLA MADRE POCO PRIMA IN AULA
La corte d’Assiste di Milano ha assolto Marco Cappato con la formula “perchè il fatto non sussiste”. L’esponente dei radicali era imputato per aiuto al suicidio per il caso di dj Fabo. Applausi, in aula, dopo la lettura della sentenza.
La sentenza della Corte costituzionale al “principio di sacralità della vita (…) sostituisce la tutela della fragilità umana”. Queste erano state le parole del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nella requisitoria durante la quale ha spiegato che nel caso di dj Fabo ricorrono tutti e 4 i requisiti indicati dalla Consulta che ha tracciato la via sulla non punibilità dell’aiuto al suicidio, reato di cui risponde Marco Cappato. Per questo “il fatto non sussiste” e il pm aveva chiestol’assoluzione per l’esponente radicale.
Anche la difesa di Marco Cappato aveva chiesto l’assoluzione dell’esponente dei radicali, imputato a Milano per aiuto al suicidio, con la formula “perchè il fatto non costituisce reato” chiedendo alla Corte di fare “un passo avanti” e di avere “coraggio giuridico”.
Durante il processo in cui è accusato di aiuto al suicidio per la morte di Fabiano Antoniani, Marco Cappato, presente in aula a Milano, ha ricevuto la notizia della morte della madre, malata da tempo. I legali dell’esponente radicale hanno quindi chiesto e ottenuto una breve sospensione dell’udienza che è poi ripresa.
L’aver aiutato a morire Fabiano Antoniani è stato dettato da “una motivazione di libertà , di diritto all’autodeterminazione individuale, laddove non è la ‘tecnica’ del tenere in vita o del far morire che è rilevante, ma la libertà di autodeterminazione, quella sì che è rilevante”, ha detto in aula Marco Cappato al termine delle arringhe difensive.
(da agenzie)
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