IL GEMELLO SANO DI SPELACCHIO E’ A ROVERBELLA (MANTOVA) : “E’ FORTE E NON COSTA NULLA”
L’ABETE DEL TRENTINO PROVIENE DALLA STESSO BOSCO DI QUELLO INVIATO A ROMA… E IL TRASPORTO E’ COSTATO SOLO 800 EURO, INSTALLAZIONE GRATIS A CURA VOLONTARI
L’abete svetta al centro di piazza Italia, rigoglioso, solido, verdeggiante. Addobbo natalizio sobrio ma elegante: palle bianche di Natale acquistate con il ricavato di una tombola cittadina.
A differenza di quel che è successo a Roma con «Spelacchio», qui a Roverbella, borgo nel Mantovano di ottomila anime a metà strada tra il Garda e la sponda sinistra del Po, all’albero non hanno dato un nome esatto «ma forse perchè non ce n’è alcun motivo: sta bene, è evidente che è in ottima salute» sorride Antonella Annibaletti, 47 anni, sindaca da tre, eletta in una lista civica orientata verso il centrosinistra.
La robusta conifera è parente strettissima dell’albero piantato dal Campidoglio a piazza Venezia dove è clinicamente morto pochi giorni fa in circostanze che restano ancora vaghe.
La carta d’identità dei due fusti è assai simile. Entrambi «vengono dalla stessa foresta dietro Cavalese», spiega Giacomo Boninsegna, presidente – anzi «scario», come dicono in Trentino – della «Magnifica comunità di Fiemme», l’ente che si occupa della gestione del verde montano.
L’abete sistemato nel centro di Roverbella viene da val Cadino, «Spelacchio» aveva le radici piantate nel bosco di Trodena, poco lontano.
Lo stesso da dove è giunto un terzo tronco che troneggia, anche questo in ottima salute, a Porto Mantovano, altro paesotto che sotto le Feste ha chiesto aiuto alla «Magnifica».
Boninsegna non sa spiegarsi cosa sia accaduto al suo albero spedito nella Capitale: «Lo abbiamo consegnato in ottime condizioni. Tutto quello che è successo poi mi ha avvilito».
Il trasporto dell’abete a Roverbella è costato 800 euro raccolti dall’associazione di volontariato «Nuova Grinta» dopo la vendita di dolcetti, pigne dipinte e una tombolata al bar.
«Un’iniziativa giunta al terzo anno» spiega la presidente Lauretta Pedrazzoli «da tanti anni amica di famiglia» dello «scario» Boninsegna a cui «nel 2015 ho chiesto se potesse darci un albero di Natale della Val di Fiemme».
Inevitabile il confronto delle cifre con Roma, dove per l’arrivo di «Spelacchio» – comunque più ingombrante del «fratellino» mantovano, vista la sua altezza: 23 metri contro 11 – l’amministrazione capitolina ha speso circa 50 mila euro.
«Ma il comune di Roverbella non ha versato un centesimo» rivendica la sindaca Annibaletti – a lungo nella Caritas, laurea in Giurisprudenza e consulente di studi notarili, «papà e mamma contadini, gente che lavorava la terra» specifica con orgoglio – «perchè la sistemazione in piazza Italia è stata fatta a titolo gratuito da un’associazione di protezione civile, “la Molinella”.
Una festa cittadina per cui nessuno ha voluto un compenso, da chi ha messo a disposizione la gru agli elettricisti che hanno acceso le luminarie».
Dal suo ufficio affacciato proprio sull’abete, la prima cittadina non vuole puntare il dito contro la collega Virginia Raggi. Anzi. «A lei va la mia solidarietà . Quel che è successo a Spelacchio – scuote la testa dubbiosa – per me resta un mistero. Mi sembra abbastanza anomala una morte così…».
(da “Il Corriere della Sera“)
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