IL GIALLO DELLE FALSE TESSERE PDL IN PROCURA: TRA GLI ISCRITTI ANCHE UNA MILITANTE DEL PD
DOPO LA SCOPERTA DI 139 TESSERE INTESTATE A IGNARI CITTADINI, TUTTI DOMICILIATI IN VIA COLAJANNI 10, PARTE UN ESPOSTO ALLA MAGISTRATURA
Finirà davanti al magistrato il caso delle tessere farlocche del Pdl che erano saltate fuori al congresso cittadino del partito.
Quello celebrato sabato 4, dove circa 3mila iscritti eleggono coordinatore il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri.
A poco più di una settimana di distanza dall’evento politico in salsa azzurra, si scopre che alcuni di questi iscritti si ritrovano nelle liste senza averlo mai saputo.
A cominciare da Concetta Ladalardo, classe 1974: militante del Pd.
Non è uno scherzo.
La battagliera riformista lavora nel circolo democrat di Japigia-Torre a Mare.
“Mi hanno detto che figuravo tra gli aderenti al Pdl e non volevo crederci. Io? Impossibile. Poi ho scoperto che nome, cognome e data di nascita erano quelli della sottoscritta e la cosa mi ha dato molto fastidio”.
Corre ai ripari, Concetta. Dà mandato all’avvocato Enrico Fusco di presentare domani un esposto alla procura della Repubblica.
“Prima di esibirlo ai requirenti” spiega il legale “in queste ore stiamo valutando tutte le ipotesi di reato. Dalle telefonate che sto ricevendo, anche altra gente si trova nelle stesse condizioni della Ladalardo. E pure solo per forza di cose, siamo disponibili a tutelare tutti questi malcapitati”.
Alla Fiera del levante, di fronte all’assemblea congressuale, era stato il consigliere comunale Filippo Melchiorre a segnalare “una anomalia”: quella legata a 139 cittadini che risultano aficionados del Popolo della libertà , ma che sono tutti residenti allo stesso indirizzo, un sottoscala in via Colaianni, 10.
L’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, l’altro giorno aveva tuonato: “Fuori dal Pdl l’autore di questi documenti, evidentemente falsi”.
D’Ambrosio Lettieri si era difeso: “Stiamo verificando”.
Della vicenda se ne sono occupati pure gli inviati di Striscia la notizia, Fabio e Mingo.
Ai microfoni del tg satirico, l’onorevole-avvocato Francesco Paolo Sisto gettava acqua sul fuoco dei sospetti: “Soci di un’associazione hanno deciso di aderire al Pdl e dato come domicilio la sede della stessa associazione, che si trova in via Colaianni, 10. Il presidente di questa associazione mi ha dato incarico formale e professionale di raccontarvi come stanno le cose”.
L’indirizzo non corrisponde un’associazione, ma la srl Area consulting.
Il cui amministratore, Alessandro Papa, scrive a Repubblica per fare sapere che l’appartamento allestito in un sottoscala “è condotto in locazione unicamente dalla Area consulting. Svolgiamo attività di consulenza e non ospitiamo certamente i numerosi residenti citati nell’articolo”.
Tutta gente che almeno in qualche caso si mostra per metà impacciata e per metà divertita di fronte alle telecamere perchè rivela di non conoscere dove si trova via Colaianni, 10 e di non avere mai fatto parte del Pdl.
Tant’è che Fabio e Mingo rincorrono e bloccano all’aeroporto l’indomabile avvocato Sisto per consegnargli il provolone – anzi, una cassetta di piccole scamorze – quale autore di una spiegazione considerata improbabile agli occhi di tutti.
Compresi quelli di Mantovano, che ha l’aria di non volere farsi prendere in giro: “Le 139 tessere in questione ovviamente non inficiano il risultato congressuale. Bisogna però accertare se si tratta di un’iniziativa esterna al Pdl ovvero se è interna. Questo perchè il Popolo della libertà che ha centinaia di migliaia di sostenitori onesti e motivati, non merita tanto disonore”.
Concetta, intanto, sorride per non piangere di rabbia: “Dovrei fare parte del Pdl da almeno un paio d’anni, da quando ricevo sul mio cellulare sms che mi avvisano del momento in cui ci sono manifestazioni del consigliere regionale Tato Greco in giro per la Puglia. Proprio non riesco a capire chi mi ha giocato questo tiro mancino. Ma adesso voglio giustizia”.
Lello Parise
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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