IL GOVERNO DELLA RETROMARCIA: COME SI ENTRA IN CONCLAVE PAPI E SI ESCE (SENZA PUNTI) CARDINALI
RIDUZIONE DELLE TASSE, FEDERALISMO E RIFORME? NON SI FARANNO MAI: INTERESSA SOLO LA GIUSTIZIA E RIDURRE GLI SPAZI DI INFORMAZIONE…IL 56% DEGLI ITALIANI GIUDICA NEGATIVAMENTE IL GOVERNO SUI TEMI ECONOMICI, IL 41% INTENDE ASTENERSI, LE TASSE LOCALI AUMENTATE IN UN ANNO DEL 6,8%
Iniziamo da qualche piccolo, ma significativo esempio: da 15 anni il centrodestra (e non solo) annuncia il taglio della tassazione, si pubblicano persino le tabelle delle due nuove ed uniche aliquote, sembra che la torta stia per essere messa nel forno, salvo poi periodicamente dire al cliente che i tempi di cottura non sono ancora previsti e quindi occorre attendere.
Nel frattempo si sommano altre leggi finanziarie che riducono il potere d’acquisto dei cittadini.
Il federalismo viene portato da tutti in processione come l’icona del nuovo secolo, come gli ex voto cui si appellano i marinai nei santuari cristiani, ma quando si entra nel merito non se ne fa nulla.
Come nel caso del federalismo demaniale che era entrato in commissione con un testo e ne è uscito con uno completamente diverso: un leghista “duro e puro” oggi direbbe completamente stravolto, ma vivendo la classe dirigente della Lega di soli spot preferisce incassare il buono sconto spendibile presso i market Rai e Mediaset, piuttosto che raccontare la verità .
Siamo il Paese del gambero, non quello Rosso, quello di “un passo avanti e due indietro”, e non solo nel campo delle riforme.
Un giorno qualcuno annuncia la riduzione del 5% degli stipendi dei parlamentari e già oggi si legge di “insurrezione dei deputati e senatori” che tengono a precisare che il 5% , se sarà proprio necessario, dovrà essere calcolato solo su un terzo di quanto ricevono (come avevamo scritto noi due giorni fa).
Un altro giorno qualcuno sta per far passare in Commissione Lavoro vitalizio e pensione anche per sindaci e assessori, ma come la notizia diventa di dominio pubblico e rischia di far perdere voti, oggi ecco la penosa retromarcia dei proponenti : “forse siamo stati fraintesi, la ritiriamo”.
Siamo di fronte a iniziative “preannunciate”, ma mai attuate.
Come quei cardinali che ntravano in conclave Papi, tanto erano favoriti, per uscirne modesti cardinali come prima.
Ma dato che l’opinione pubblica potrebbe accorgersi che la casta non ha perso le proprie abitudini, quali provvedimenti migliori per garantirsi immunità , impunità e cattiva pubblicità che quelle di tappare la bocca a giudici e informazione?
Eccoli gli unici provvedimenti che tengono banco, a cui sono interessate le “nomenklature” di potere: evitare processi, godere di immunità parlamentare, impedire di essere intercettati quando parlano dei loro affari.
In due anni di governo si è sentito parlare di lodi, legittimi impedimenti e divieti di indagini cento volte di più che di proposte per risolvere i problemi reali del popolo italiano: occupazione, lavoro, casa, sanità , scuola, fisco, precariato, pensioni, sostegno alle imprese, sicurezza.
Ma gli italiani continuano a non essere fessi: il 59% di loro (sondaggio Ipsos) boccia la politica economica del governo, scende la fiducia nel premier (44%) e nel governo (48%), addirittura il 41% degli italiani intende astenersi dal voto. Un piccolo annuncio di federalismo viene da un dato: le tassa locali, applicate da Regioni, Province e Comuni, sono aumentate quest’anno del 6,8% (del 14% negli ultimi 6 anni).
Lo Stato diminuisce il flusso di denaro agli enti locali?
Nessun problema, questi aumentano le tasse, tra poco si venderanno i beni demianiali, un domani si inventeranno qualche nuovo tributo locale.
Tanto sarà colpa dello Stato centralista, mai la loro.
Il quadro è esaustivo: il governo conta sulla riduzione delle voci di dissenso e di libera informazione.
Il popolo risponde: stiamo cominciando a capire.
Quando poi qualcuno a destra capirà che non si governa così il Paese ci citofoni.
Per ora, almeno quello, non l’hanno ancora nè tassato, nè reso muto.
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