IL GOVERNO VENDE PURE LA GARIBALDI
TAGLI ALLA DIFESA: OLTRE AGLI F-35 E AL PROGRAMMA “FORZA NEC”, SI PREVEDE ANCHE LA DISMISSIONE DELLA PORTAEREI
La portaerei Garibaldi in vendita. Tarpato in modo drastico il costosissimo programma per il soldato cibernetico. E infine dimezzato l’ordine di acquisto dei cacciabombardieri F-35, da 90 a 45.
Il tutto per risparmiare 1 miliardo di euro l’anno. I parlamentari Pd, coordinati dal deputato sardo Gian Piero Scanu, hanno consegnato questa specie di spending review con le stellette alla ministra della Difesa, Roberta Pinotti, e al capo del governo, Matteo Renzi. Entrambi hanno preso al volo la proposta.
Renzi in particolare asseconda convinto la virata, impegnato com’è a reperire risorse per finanziare tutti gli impegni che si è preso con gli italiani, a cominciare dagli 80 euro in più in busta paga da maggio.
Se il taglio proposto arrivasse fino in fondo, sarebbe una bella svolta sia nella sostanza sia da un punto di vista politico e istituzionale.
L’incognita più seria su questo percorso è l’atteggiamento del presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha convocato per domani il Consiglio supremo di Difesa di cui è il capo.
Al quarto punto dell’ordine del giorno c’è la “valutazione delle criticità ” dell’articolo 4 della legge 244, proprio la norma che consente di programmare l’inversione di tendenza.
Per quanto riguarda i programmi di investimento e le spese militari la 244, i cui decreti attuativi sono di alcuni giorni fa, rappresenta una rivoluzione copernicana perchè per la prima volta nella storia della Repubblica sposta il baricentro decisionale dagli Stati maggiori e dalla lobby degli armamenti al Parlamento.
Finora la materia era regolamentata da una vecchia legge, la 436 del 1988, conosciuta nell’ambiente come legge Giacchè, dal nome di un parlamentare comunista di La Spezia, una norma che in sostanza riservava le decisioni finali a generali e ammiragli.
Napolitano aveva già provato l’estate passata a disinnescare l’effetto dirompente della nuova legge sugli investimenti militari richiamando le prerogative presidenziali e militari in tema di difesa e cercando di depotenziare un ordine del giorno Pd per l’istituzione di una commissione che valutasse sia la necessità dell’acquisto degli F-35 sia l’opportunità delle altre spese militari.
A Napolitano alcuni parlamentari Pd ricordarono però che quella legge era stata controfirmata da lui stesso, com’era ovvio e naturale avvenisse.
Ora il conflitto si ripropone, anche se c’è chi fa notare che la nuova ministra Pinotti è considerata molto vicina al presidente e che proprio Napolitano avrebbe caldeggiato la sua nomina: probabilmente, è il sottotesto, c’è già un accordo preventivo e complessivo.
Se fosse così, il passaggio al Consiglio di Difesa non dovrebbe comportare scosse traumatiche.
Scanu e gli altri parlamentari Pd che si occupano di temi militari sono arrivati alla conclusione che per la Marina è un lusso sostanzialmente inutile tenere in esercizio due portaerei, la Garibaldi e la Cavour.
Delle due sarà ovviamente risparmiata la più moderna, la Cavour, entrata in esercizio appena 5 anni fa e che per di più dovrebbe ospitare alcuni F 35.
Sacrificata sarà la più vecchia, la Garibaldi, che solca i mari da 33 anni e che ora appare destinata o alla vendita o in subordine a una riconversione dual use, militare e civile contemporaneamente.
Severo anche il ridimensionamento del programma “Forza Nec”, il soldato del futuro che prevede nei prossimi decenni una spesa complessiva di 14 miliardi di euro e che coinvolge in modo corposo la lobby delle armi che fa capo al gruppo Finmeccanica. Interessate al progetto sono Selex sistemi integrati, Galileo, Elsag, Oto Melara, Agusta Westland, Mbda Italia, Iveco, Engineering, Impresa soldato futuro.
I parlamentari Pd hanno valutato che Forza Nec è così avveniristica da risultare controproducente perchè se fosse realmente realizzata i nostri soldati non sarebbero più in grado di restare fisicamente in contatto coi colleghi europei.
Infine gli F-35, programma lanciato dagli Stati Uniti e che coinvolge altri 8 paesi. All’Italia è stato assegnato il compito di assemblatore delle ali e lo Stato ha finanziato con oltre 700 milioni di euro la costruzione di uno stabilimento a Cameri affidandolo ad Alenia (Finmeccanica).
In un primo momento il ministro-ammiraglio Giampaolo Di Paola (ora consulente Finmeccanica) aveva programmato l’acquisto di 131 aerei, poi ridotto a 90 dal governo Letta per una spesa di oltre 14 miliardi in 20 anni.
Ora il promesso dimezzamento a 45 caccia.
Daniele Martini
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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