IL GOVERNO VICINO AI POTERI FORTI E IL PATTO SEGRETO TRA PALAZZO CHIGI E MUSK: UL PIANO DA 1,5 MILIARDI SVELATO DALL’INCHIESTA SOGEI
LE TRATTATIVE IN ESTATE: LA COPERTURA ALL’ITALIA PER LE COMUNICAZIONI CRIPTATE DI SERVIZI E AMBASCIATE
«Il governo è con voi». C’è un’intercettazione telefonica agli atti dell’indagine Sogei della procura di Roma che descrive al meglio questa inchiesta di mazzette vecchia maniera, certo. Ma anche di una corruzione sul futuro: una speculazione su un affare da un miliardo e mezzo. Un affare in discussione tra Palazzo Chigi e la società Starlink di Elon Musk che, testimoniano una serie di documenti che Repubblica ha potuto consultare, consentirebbe comunicazioni satellitari sicure al nostro Paese sfruttando le infrastrutture di Musk.
Angelo Masala, l’uomo chiave
A pronunciare quella frase oggi nell’inchiesta della Procura è l’ufficiale di Marina Angelo Masala. È al telefono con Andrea Stroppa, l’uomo di Musk in Italia. Masala è, apparentemente, un militare non di primissima fascia distaccato al sesto reparto dello Stato maggiore, rivelatosi in realtà un assai informato e scaltro facilitatore: mentre lui nei tavoli istituzionali parlava per nome e per conto dello Stato, l’azienda di sua moglie cercava di entrare negli stessi affari. Masala, si diceva, non parla al telefono con un signore qualunque. Quel «il governo è con voi» è indirizzato ad Andrea Stroppa, un informatico che da ragazzino divenne famoso perché da Tor Pignattara divenne uno degli hacker più attivi del gruppo Anonymus e che oggi, dopo aver lavorato al fianco di Marco Carrai e aver contribuito a svelare alcune campagne di disinformazione di pagine vicine alla Lega e al Movimento 5 Stelle, è diventato il referente italiano di Elon Musk.
L’accordo sui satelliti
Ma in cosa il governo Meloni è con Musk? Masala faceva riferimento all’accordo che Palazzo Chigi aveva cominciato a discutere con la Starlink, la società di Musk, per l’utilizzo dei satelliti nelle comunicazioni sicure delle nostre forze della Difesa, della Farnesina e dell’intelligence. Accordo che si trovava già in una fase avanzata e che lui personalmente stava discutendo nei singoli ministeri interessati: Difesa, Esteri oltre al Dipartimento di Chigi che segue direttamente i Servizi.
Chi sapeva tra la maggioranza
Di questa intesa, fino all’intervento della Procura, nessuno sapeva nulla: non era arrivato in commissione Difesa, come avrebbe dovuto nella sua definizione trattandosi nei fatti di un programma militare. E ancora ieri nulla sapevano deputati di maggioranza e uomini dell’intelligence tanto che in aula da Fratelli d’Italia parlavano di «voci tirate fuori dai cassetti» per rispondere a chi (Enrico Borghi di Italia Viva) chiedeva chiarimenti sull’affaire Starlink.
L’interlocuzione avanti per mesi
Repubblica è oggi in grado di ricostruire che l’interlocuzione esiste. E che va avanti da mesi, tant’è che quando martedì è arrivata la Finanza ad arrestare il direttore generale di Sogei in molti sono saltati sulla sedie: «Speriamo che non si fermi tutto» dicono, «sarebbe una grande perdita per il nostro Paese». L’interlocuzione, si diceva, comincia all’inizio dell’estate quando la presidenza del Consiglio comincia un dialogo con Starlink per valutare la fornitura dei satelliti di Musk. L’Italia è in difficoltà a causa dei ritardi di Iris2, la costellazione europea che dovrebbe essere pronta nei prossimi anni. E per i tempi troppi lunghi per realizzare un’eventuale costellazione nazionale. C’è fretta: l’esigenza è rispettare gli obiettivi del Pnrr e raggiungere anche le cosiddette “zone bianche”, i sette milioni di cittadini cioè che oggi non hanno accesso alla banda larga. Ma anche avere connessioni sicure e performanti in particolari situazioni di crisi: come è già accaduto (recentemente proprio in Ucraina) gli Stati possono spegnere i ripetitori telefonici e dunque è necessario comunicare utilizzando altri sistemi
Il ruolo di Masala e le informazioni girate a Stroppa
Secondo la proposta di Starlink inviata informalmente a Chigi, la società offrirebbe una rete governativa che utilizzerebbe satelliti di Starlink e stazioni terrestri in Italia. L’accordo durerebbe cinque anni per un costo totale di un miliardo e mezzo. L’infrastruttura messa a disposizione è quella di Musk che manterrebbe la proprietà dei satelliti, mentre a gestire i dati criptati sarebbe il nostro Paese. Il passaggio non è scontato: si tratta di informazioni da cui passa la sicurezza nazionale e, dunque, potrebbe essere un problema affidarle a una società privata, per lo più fuori dall’Unione Europea. Non a caso da quello che risulta a Repubblica proprio la Farnesina ha indicato la possibilità di chiudere un accordo, contemporaneamente, anche con gli Stati Uniti, come ulteriore garanzia per l’Italia. Anche la Difesa aveva mosso alcune indicazioni così come emergerebbe da alcuni verbali che Masala avrebbe prontamente girato a Stroppa e che la Finanza ha già individuato sul solo telefonino sequestrato al genio della cyber italiano. Non si tratta di documenti classificati. E sarà complicato, stando così le cose, anche dimostrare una corruzione visto che l’accordo non era ancora definito e soprattutto, per come era stato impostato, sembrava non essere destinato a una gara.
(da La Repubblica)
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