IL LADRO UCCISO SULLE SCALE ESTERNE, COLPO SPARATO DALL’ALTO: FA ACQUA LA VERSIONE DEL PENSIONATO PISTOLERO
NESSUN SEGNO DI EFFRAZIONE, LA VITTIMA NON SAREBBE MAI ENTRATA IN CUCINA, COME SOSTIENE IL PENSIONATO… E ORA EMERGE CHE AVREBBE UN VECCHIO E “GRAVE” PRECEDENTE CON LA GIUSTIZIA
Non sono state trovate tracce di sangue nella casa di Vaprio d’Adda (Milano) di Francesco Sicignano, il pensionato che ha ucciso un ladro albanese.
Dai primi accertamenti dunque l’ipotesi è che il 65enne negoziante in pensione – diversamente da quanto ha raccontato – abbia sparato al giovane quando questi era ancora all’esterno dell’abitazione.
Il proiettile avrebbe avuto una traiettoria dall’alto verso il basso, compatibile con un colpo sparato dalla cima delle scale verso gradini più in basso.
Non risulterebbero segni di effrazione in casa.
Intanto è stato identificato il ragazzo ucciso: si tratte di un albanese di 22 anni. Già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, nel 2013 il giovane era stato espulso dal territorio nazionale dopo la scarcerazione. In seguito dev’essere rientrato illegalmente in Italia, dove viveva con la sua giovane compagna.
La fidanzata, non vedendolo tornare a casa nella notte tra lunedì e martedì, nel pomeriggio aveva denunciato ai carabinieri la scomparsa del compagno.
Il ragazzo però a quell’ora era già morto: Sicignano gli ha sparato da distanza ravvicinata, frontalmente, intorno all’1.30 di notte.
La scala in acciaio
La casa prima era a due piani, poi è stata sopraelevata per creare nuovi appartamenti per figli e nipoti. Dietro la villetta è stata montata una scala in acciaio che dà accesso ai tre appartamenti, e un ballatoio permette di avvicinarsi anche alle finestre più alte. Da quella scala sono saliti i ladri.
La pistola di Sicignano è «legalmente detenuta», un’autorizzazione che risale al 1994; l’uomo avrebbe però un precedente, vecchio e per un reato piuttosto grave, e dunque anche questo aspetto andrà chiarito nell’inchiesta.
Sicignano sostiene di aver sparato contro un’ombra che gli si è presentata davanti dentro in casa (al terzo piano), e precisamente in cucina.
Ma il cadavere del ladro era sulla scala tra secondo e primo piano, dunque fuori dalla casa.
Rimane quindi da capire se il 28enne, ferito, sia riuscito a tentare una fuga o se Sicignano lo abbia prima inseguito e poi abbia aperto il fuoco.
Il ladro non era armato, ma con sè aveva solo una torcia elettrica.
(da “il Corriere della Sera“)
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