IL LATO CHE LA MELONI DELEGA AI SUOI VENTRILOQUI
SOFFIANO SUL RANCORE, CREANO NEMICI E DIFFONDONO LA SUA RETORICA
Il secondo binario del melonismo, il lato che Giorgia delega ai suoi ventriloqui, è quel vocabolario bellicoso che sazia l’affamato sentimento popolare.
Le parole, anche quelle triviali, anche quelle cruente, sono adeguate al registro elettorale della sua parte. Ha di fronte un’opposizione anemica, la “coalizione Pisolo”.
Così la pensa Gennaro Carillo, filosofo della politica, studioso della democrazia antica (con scritti su Platone, Sofocle, Euripide, Erodoto).
Ma davvero Giorgia Meloni ha bisogno della colluttazione con l’avversario per tenere in alto la sua stella?
C’è un “melonismo” interno che ha disperato bisogno di tenere accesa la fiamma del conflitto politico, a partire dalla costruzione sistematica del nemico. Qui la retorica cambia radicalmente, nel segno dell’incontinenza verbale e dell’inasprimento dei toni. A ragion veduta, perché il consenso a Meloni si fonda in ampia misura su questa retorica, non sulla professione di atlantismo, e ha beneficiato di un rancore e di una rabbia fomentati ad arte nei due anni di pandemia.
Esiste quindi un secondo binario che attiva e polarizza lo scontro, e i suoi ventriloqui, che paiono agli estranei del sentimento meloniano delle macchiette, sono invece i salariati – anche nella tv di Stato – della fabbrica del consenso della destra.
L’esibizione triviale dissimula una strategia comunicativa precisa. Il cospirazionismo, il negazionismo, le prese di posizione antiscientifiche, in un Paese nel quale la consapevolezza pubblica della scienza è bassissima, non hanno niente di naif. Non dimentichiamo che Trump ci ha costruito un impero, basato su un’onda montante di risentimento e rancore. E che anche l’Italia, con l’assalto alla Cgil, ha avuto la sua Capitol Hill. Mi domando: hanno fatto più morti i distorsori sistematici della realtà, quelli che quotidianamente hanno bombardato i più deboli di messaggi falsi, o le misure anti Covid adottate dai governi Conte e Draghi?
Lei pensa che procedere allo stop del reddito di cittadinanza in modo così cruento, sia una scelta ponderatamente aggressiva? Il secondo binario aspetta la ciliegina sulla torta dello scontro perfetto tra chi suda e chi spreca: gli scontri di piazza, magari a Napoli. Eccoli i veri lanzichenecchi! È così?
Il percettore del reddito di cittadinanza non è che l’ultimo nemico pubblico in ordine di apparizione. Basta identificarlo con un parassita, specie se meridionale, e il gioco è fatto. E per qualche giorno i migranti, i rom, Greta e Zaki potranno stare tranquilli. Intanto, i sussidi vengono sospesi e solo in Campania vengono tagliati 600 milioni del Pnrr.
I giornali, La Verità in testa, e Rete 4, sono i motori del melonismo. C’è poi il compagno della premier e il suo nuovo ruolo di portavoce. Quel che dice lo concerta con la compagna?
Mario Giordano e compagni sono stati le levatrici del melonismo e Rete 4 è stata l’incubatrice e ora il nido amorevole che ne alimenta il consenso, peraltro condannando Forza Italia all’irrilevanza. Ignoro se le sparate di Giambruno siano concordate. Sul momento potranno anche suonare imbarazzanti ma titillano quelle corde negazioniste e antitedesche che sono tra le basi culturali della versione più becera – ma vincente – del melonismo, col cambiamento climatico che ha preso il posto del Covid.
Lei dice: senza il Covid e senza Rete 4 Meloni sarebbe ancora a fare la nipotina dell’Msi.
In tempo di pandemia Meloni ha accumulato un capitale simbolico notevole. L’opposizione solitaria ha pagato, oltre alla bravura come comiziante. Il teatro degli orrori allestito da Rete 4 e dai giornali compiacenti ha giocato un ruolo di non secondaria importanza. Far passare la disinformazione per controinformazione si è rivelata una trovata efficace, com’era già successo in America con Q Anon (l’attivista americano della cospirazione dell’all right, ndr)
Il centrosinistra sembra la coalizione della cattiva coscienza: svogliata, senza grinta, senza idee.
Se l’opposizione feroce paga, governare appaga.
La chiamerebbe “coalizione Pisolo”.
E logora.
Sazia per i tanti anni di governo.
L’entusiasmo successivo all’elezione di Schlein si è esaurito. Come sempre, il centrosinistra è impegnato più sul fronte del conflitto interno che su quello di un’opposizione credibile. Amen.
(da Il Fatto Quotidiano)
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