SIMONA E L’ADDIO AL REDDITO DI CITTADINANZA: “HO FATTO CORSI MA SONO FUORI DAL MERCATO DEL LAVORO, SONO CONDANNATA ALLA MISERIA”
“PER ME QUELL’ASSEGNO E’ VITALE”
«Se potessi scegliere, sceglierei un lavoro stabile e dignitoso non certamente il Reddito di cittadinanza. Ma la vita reale non sempre è come la desideriamo. Ho delle competenze, ho seguito dei corsi per perfezionarmi, ma per via della mia età sono praticamente fuori dal mercato del lavoro. Poi sono pure donna, quindi ho zero chance. E adesso senza Reddito sono condannata alla miseria».
Simona, napoletana e figlia di due professori universitari, guarda al mese di settembre con preoccupazione e scoramento.
Il Reddito di cittadinanza che percepiva da non più di 90 giorni (dopo due anni di trafila per ottenerlo per via di intoppi burocratici) le è stato sospeso in ossequio ai nuovi criteri disposti dal Governo. Non ha figli, è sotto i 60 anni e non ha disabilità: per lo Stato è “occupabile” e quindi dovrà trovarsi un lavoro.
«Magari fosse così facile come la fanno i politici – obietta Simona – Io ho delle competenze nel digitale: ho frequentato l’istituto d’arte con indirizzo grafico, poi negli anni ho fatto diversi corsi, tra i quali uno multimediale con indirizzo grafico-pubblicitario. E tutto quello che ho trovato è un part-time da 300 euro al mese come assistente di un consulente di banca: inserisco pratiche a pc per lui».
Obbligata a reinventarsi dopo un matrimonio naufragato e l’assenza di un mantenimento da parte dell’ex coniuge, Simona indica l’ostacolo in cui si è imbattuta e che rischia, col passare del tempo, di diventare insormontabile: «Il problema per me oggi è l’età: ho 50 anni. Le offerte di lavoro sono tutte per una fascia di età massimo di 35 anni. Finanche gli incentivi alle imprese per assumere favoriscono gli under 35. Quelli della mia età sono ignorati, dimenticati».
Così il Reddito di cittadinanza, che le spettava nella misura di 480 al mese, è diventato una misura di sostegno vitale: «Pago 700 euro al mese di affitto, senza Reddito non ce la farei. Mia madre, pensionata, mi dà anche una mano perché comunque non arrivo a fine mese da sola».
Da settembre lo Stato avvierà corsi di formazione retribuiti per gli ‘occupabili’ allo scopo di incanalarli verso un lavoro, ma Simona è scettica: «Questi corsi non consentiranno di svolgere attività lavorativa. Quindi, nel mio caso, dovrò lasciare il mio certo part-time, e poi alla fine del corso cercare un lavoro che non arriverà perché ho 50 anni e nessuno mi vuole per la mia età. Quindi alla fine sarò senza lavoro e avrò perso pure quel poco che avevo».
Un circolo vizioso. «Il sistema è tutto sbagliato – osserva Simona – Io capisco che in troppi ci hanno lucrato su, ma si sarebbe dovuto intervenire rafforzando i controlli, non togliendo il Reddito. Questa misura aiuta per davvero persone che loro malgrado si ritrovano in una situazione complicata. Io so solo che da oggi lo Stato mi condanna alla miseria, perché da settembre non saprò nemmeno come pagare l’affitto».
(da agenzie)
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