IL LEGHISTA BELSITO SI SDOPPIA: MANIFESTA CONTRO LA FRANCIA MENTRE STA CON MARONI CHE TRATTA
IL SOTTOSEGRETARIO DALLE DUE LAUREE FANTASMA SI MANIFESTA A VENTIMIGLIA E DIVENTA “UOMO DI LOTTA E DI GOVERNO”… CON LA CIURMA LEGHISTA URLA “I CLANDESTINI A ST. TROPEZ”, MENTRE IL GOVERNO RAPPRESENTATO DA MARONI STA TRATTANDO…CHE GRANDE UOMO DELLE ISTITUZIONI CHE LA LIGURIA ESPRIME A ROMA
I clandestini? “A Saint Tropez”.
C’era anche Francesco Belsito, il sottosegretario ligure della Lega, l’uomo dalle lauree fantasma mai esibite, il “pancho villa de noiatri” che parcheggia la sua Porsche Cayenne nei parcheggi riservati della Questura genovese, il miracolato buttafuori da discoteche divenuto, per grazia ricevuta e per successione balocchiana, custode dei segreti amministrativi leghisti, il distributore di biglietti da visita trovati nelle tasche di prostitute minorenni, a declamare lo slogan della protesta leghista domenica a Ventimiglia.
Sotto accusa la Francia che rispedisce in Italia i nordafricani.
Un uomo di lotta e di governo, al sud sarebbe certamente definito un “uomo di panza”, capace di accordarsi per interesse politico con i suoi eterni detrattori locali interni alla Lega che non lo potevano vedere fino a pochi mesi fa.
Poi una mano lava l’altra, si sa, e Belsito ha recuperato, dopo essersi anche raccomandato al Cristo degli Abissi nel corso di una rapida immersione e trichechica riemersione a uso media e di fronte al “Capo”.
A Ventimiglia ha lasciato la giacca delle istituzioni e ha indossato la camicia pistacchio del militante padano, lasciando peraltro solo un altro leghista, il consulente orale Maroni, che nello stesso momento doveva invece indossarla per tamponare l’emergenza profughi, trattando sia con Tunisi che con Parigi.
Un comportamento, quello di Belsito, definito da molti politici locali di “una contraddizione incredibile”, tanto che lo stesso “Secolo XIX” ha sottolineato che “chi siede al governo sarebbe meglio che non andasse a protestare” per una vicenda che lo vede anche coinvolto nel suo ruolo istituzionale.
Ma forse c’è una spiegazione alle proteste di Belsito contro Parigi: che abbia magari conseguito una terza laurea alla Sorbona e non gliela vogliano riconoscere?
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