IL MEDICO SIRIANO: “HO VISTO INTERE FAMIGLIE MORTE CON I SINTOMI DEL GAS NERVINO”
TRA I PRIMI A SOCCORRERE LE VITTIME: “AVEVANO LA TIPICA BAVA BIANCA ALLA BOCCA DEI CASI DI AVVELENAMENTO CHIMICO”
“Ho visto intere famiglie morte, donne e bambini sono la maggioranza, ma ci sono vittime di tutte le età , anche giovani uomini”.
Feras Al Jundi è un medico siriano che lavora pochi chilometri a nord di Khan Shekhoun: è arrivato ieri mattina intorno alle 8 in un ospedale vicino alla zona colpita dall’attacco chimico.
È stato fra i primi a soccorrere le vittime che venivano portate nella struttura, spesso su macchine private.
Accetta di parlare in serata via Whatsapp dopo aver passato la giornata a cercare di aiutare i feriti.
Dottore, può raccontare cosa ha visto?
“Quando sono arrivato, verso le 8, l’ospedale era pieno di feriti: l’ingresso, i corridoi, le sale operatorie, sui tavoli, per terra. Ho visto morire subito 10 persone, senza poterle soccorrere”.
Cosa ha fatto?
“Io e miei colleghi abbiamo capito subito cosa era successo. Così abbiamo chiesto che feriti e morti venissero spogliati e lavati fuori dall’ospedale per evitare che anche noi, personale medico, fossimo contaminati. Ci siamo dotati di guanti, camici e mascherine per evitare quello che era accaduto a Ghouta nel 2013, quando molti dottori morirono per la contaminazione”.
In che condizioni erano i feriti?
“Non riuscivano a respirare, molti avevano convulsioni o contrazioni, giramenti di testa, perdita di coscienza, spaesamento, pressione bassa, pupille ridotte, arrossamento degli occhi. Alcuni hanno avuto allucinazioni, paralisi. Molte vittime avevano la tipica bava bianca alla bocca che si osserva nei casi di avvelenamento chimico”.
Che cosa significa questo?
“Sono sintomi che secondo me fanno pensare al gas nervino e non al gas cloro che abbiamo già visto usare altre volte”.
È in grado di provare questa affermazione?
“Io e i miei colleghi abbiamo conservato parti dei barili che sono stati usati per contenere il gas. Abbiamo anche prelevato campioni biologici dei feriti, sperando che ci sia un’inchiesta internazionale. Poi ci sono video e testimonianze”.
Lei sa che se se l’uso di gas nervino fosse provato potrebbero esserci delle conseguenze a livello internazionale…
“Mi auguro che la comunità internazionale ricordi la risoluzione 2118 in cui si minacciava il ricorso al capitolo 7 della Carta Onu (uso della forza) in caso di attacco chimico. Bisogna porre un freno alle violazioni di cui è vittima il popolo siriano”.
(da “La Repubblica“)
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