IL NUOVO CHE NON AVANZA: I RIPESCATI DOPO IL FLOP ELETTORALE
NUOVE CARICHE DOPO LA BOCCIATURA: DALLA REGIONE LOMBARDIA AL GOVERNO LETTA, IL VIZIO BIPARTISAN DI RESTARE SEMPRE IN CARICA
Il nuovo che avanza, in Lombardia, ha il volto di Romano Colozzi da Cesena.
Sessantatrè anni, è in politica da trentotto. Ha cominciato con la Dc nel consiglio comunale della sua città natale, 1975.
Nel 1990 è sbarcato nel consiglio regionale dell’Emilia Romagna, per diventare sei anni dopo consulente di Roberto Formigoni.
Da allora è stato la sua ombra più cara, quella che aveva in tasca le chiavi della cassaforte regionale. Assessore al bilancio e alle finanze per due mandati, Colozzi non ha mancato di collezionare anche incarichi nazionali: dall’Unione incremento Razze equine all’Agenzia del farmaco, al cda della Cassa depositi e prestiti.
Una volta tramontato il regno di Formigoni poteva forse restare senza uno strapuntino? Eccolo dunque segretario generale del consiglio regionale. E pazienza se non conta come un assessorato: sempre un posto è.
RIPESCATI
Anche Andrea Gibelli, in Lombardia, è il nuovo che avanza.
Leghista a quattro ruote motrici, è stato deputato per una decina d’anni, durante i quali ha beccato un paio di cartellini rossi.
L’ultimo nel 2007, quando era capogruppo del Carroccio durante una clamorosa protesta in aula contro l’indulto culminata nell’ostensione di un cartello con su scritto: «Governo fuori dalle balle».
Governo Prodi, naturalmente.
Dopo la Camera, l’approdo nel consiglio regionale e l’ingresso nella giunta, nientemeno che come vice di Formigoni.
Alle elezioni politiche di febbraio ha tentato di tornare a Montecitorio ma è stato trombato.
Non restava, a quel punto, che sperare in un ripescaggio. Puntualmente arrivato: il successore di Formigoni, Roberto Maroni, suo compagno di partito, l’ha nominato segretario generale della giunta.
UN «VIZIO» BIPARTISAN
Ma dopo le elezioni ripescare è lo sport più praticato in tutti gli schieramenti.
Prendete Alessio D’Amato, già consigliere regionale della sinistra per due legislature fino al 2010: il governatore Nicola Zingaretti l’ha messo a capo della cabina di regia per la sanità . Antonio Rosati è invece il nuovo commissario dell’Arsial, l’agenzia di sviluppo dell’agricoltura della Regione.
Nella giunta provinciale di Roma guidata da Zingaretti era assessore: al Bilancio.
C’è poi chi dalla Regione Lazio, seguendo il modello lombardo, non si è mai mosso.
Per esempio Roberto Buonasorte, ex componente del consiglio azzerato dallo scandalo di Batman & co di cui presiedeva la commissione urbanistica.
Esperto del ramo, in quanto titolare di una piccola impresa di costruzioni.
Il suo partito, la Destra, l’aveva candidato al Senato: ma nonostante il cognome ben augurale è stato trombato.
Ora farà il capo della segreteria dell’ex governatore Francesco Storace. Meglio che a spasso: paga sempre la Regione.
NEL GOVERNO
Sorte decisamente migliore ha avuto Sabrina De Camillis. E dire che per lei s’era messa proprio male.
Candidata alla Camera in Molise per il Pdl, non ce l’ha fatta per uno strano scherzo del destino: il seggio che doveva occupare è andato a un eletto dell’Umbria.
Non ha abbozzato, scatenando una tempesta di ricorsi. Prima di essere recuperata, a sorpresa, addirittura nel governo di Enrico Letta.
Sottosegretaria alla presidenza del Consiglio delegata ai Rapporti con il parlamento, nientemeno.
Difficile che possa recriminare.
FEDELI E FEDELISSIME
L’ex senatore pidiellino Giampaolo Bettamio ha invece tutte le ragioni per lamentarsi. Dopo che Franco Carraro gli aveva soffiato il seggio, poteva almeno aspirare a essere riciclato in Senato come direttore «esterno»del gruppo del Pdl. Ma è andata male.
Il nuovo capogruppo Renato Schifani ha preferito puntare sulla continuità garantita dalle sue fedelissime.
Come Daniela Lucentini, preziosa contabile di fiducia, sotto la sua precedente presidenza, prima del gruppo di Forza Italia quindi del Pdl.
E Annamaria Palma, sua ex capo di gabinetto da presidente del Senato, incidentalmente consorte dell’ex sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale.
E la fidatissima segretaria personale Letizia Cicinelli, incidentalmente compagna dell’ex sottosegretario, ex dirigente di palazzo Madama ed ex senatore, nonchè attuale presidente della Consob Giuseppe Vegas.
E l’ascoltatissima consulente per la comunicazione culturale Tiziana Ferrari, cittadina svizzera.
E l’esperta delle relazioni esterne Alessandra Necci, scrittrice e figlia dell’ex capo delle Ferrovie Lorenzo Necci.
Alla sua vice Simona Vicari, invece, dovrà probabilmente rinunciare: è entrata anche lei nella squadra di governo, come sottosegretario allo Sviluppo, ministero competente per l’energia.
Al Senato la senatrice del Pdl era stata collocata dal presidente Schifani alla guida del comitato per il risparmio energetico.
Sergio Rizzo
(da “il Corriere della Sera“)
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