IL PAPA AI GIOVANI: “ABBIATE CORAGGIO, AMARE E’ ESSERE CAPACI DI STRINGERE UNA MANO SPORCA”
AI TREMILA GIOVANI ACCORSI AL SANTUARIO DELLA GUARDIA: “ABBIATE IL CUORE DEI GRANDI NAVIGATORI: NUOVI ORIZZONTI E CORAGGIO CONTRO L’INDIFFERENZA”… “SIATE PROTAGONISTI, NON SOLO TURISTI DELLA VITA”
“E’ normale che tanti Paesi, e non dico l’Italia che è tanto generosa, chiudono le porte a queste persone che fuggono dalla fame e dalla guerra e che vengono a cercare un po’ di sicurezza? Se non è normale devo coinvolgermi perchè questo non succeda”.
Lo ha detto papa Francesco parlando ai fedeli nel santuario della Madonna della Guardia di Genova.
“Ci vuole coraggio – ha aggiunto – per questo. Se non hai coraggio stai zitto, abbassa testa, umiliati davanti al Signore e chiedi il coraggio. Ci sono tante cose che non sono normali, non sono volute da Dio e non dovranno essere volute da noi”
Oltre 3000 giovani dalle parrocchie di tutta la provincia di Genova, insieme al mondo delle associazioni e dei gruppi scout, hanno accolto con una grande festa Papa Francesco al santuario della Madonna della Guardia sulle alture del capoluogo ligure. Arrivati a piedi, con una lunga marcia di 4 chilometri, i ragazzi hanno animato l’area fin dal mattino.
Lungo tutta la strada che dalla Valpolcevera porta sulla cima del monte Figogna centinaia di fedeli hanno salutato l’arrivo del Pontefice, che ha percorso gli ultimi 500 metri di dislivello a bordo della Papamobile.
L’incontro con i giovani si svolge all’interno del santuario, dove il Papa ha risposto alle domande poste dai ragazzi, poi il pranzo riservato per 135 invitati tra migranti, detenuti e senza tetto, previsto alle 13.30 e organizzato dalla Cooperativa sociale San Giorgio.
«Tutti siamo peccatori – dice Bergoglio – e la missione ci trasforma. Aiutare i giovani in difficoltà senza amore non serve. Ma amare – dice – è essere capaci di stringere la mano sporca. Non date aggettivi alle persone, solo nomi. Non dite: quello è un ubriaco. Solo Dio può giudicare»
«Ci vuole il coraggio di chiedersi se è normale crescere ogni giorno l’indifferenza. Io stasera torno a Roma ma vi lancio una sfida, anzi come si dice dalle mie parti “vi getto un guanto in faccia”, se lo volete raccogliere è affare vostro».
Papa Francesco ha concluso con queste parole l’incontro con i giovani al Santuario della Guardia. «Genova – ha sottolineato – è un porto che ha saputo ricevere tante navi e ha generato grandi navigatori. Per essere discepoli ci vuole lo stesso cuore di un navigatore: orizzonte e coraggio. Le nuove tecnologie ci fanno cadere nel tranello che invece di informarci ci saturano, e così perdiamo la capacità di orizzonte». «È una sfida: navigare, orizzonte e coraggio», ha sintetizzato.
«Signore – ha poi pregato ad alta voce Francesco – sfidami, vieni a darmi il coraggio di poter rispondere alla sfida e a Te. Mi piace tanto questo Gesù che importuna e il giovane che non si lascia tappare la bocca con facilità , che non si accontenta di risposte semplicistiche, ma che va al largo. Dobbiamo imparare a sfidare il presente. «Sono sicuro – ha concluso – che voi genovesi siete capaci di grandi orizzonti e tanto coraggio. Ogni mattina, una semplice preghiera. Signore ti chiedo oggi di non lasciare di sfidarmi. Per favore vieni a importunarmi un pò, dammi il coraggio di risponderti».Il Papa è stato salutato da centinaia di genovesi che lo hanno atteso lungo la tortuosa strada che si inerpica dalla Valpolcevera fino in cima al monte Figogna. Tra i fedeli ci sono anche 135 persone che parteciperanno ad un pranzo privato col Papa nella sala del Caminetto al santuario. Tra loro numerosi rifugiati, tra i quali i nove residenti della casa famiglia `papa Giovanni’ che sorge presso il santuario, una ventina di detenuti nelle carceri di Pontedecimo e di Marassi e un gruppo di senza tetto assistiti da associazioni di volontari genovesi fra cui Caritas, San Marcellino e Ceis
(da agenzie)
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