PAPA FRANCESCO AL CLERO: “NOI PRETI NON SIAMO IL SIGNORE, SIAMO I DISCEPOLI, DOBBIAMO AIUTARCI, NON ESSERE INVIDIOSI O GELOSI”
BERGOGLIO IN SAN LORENZO A GENOVA SPIAZZA ANCORA: “ALLEVA CORVI E TI MANGERANNO GLI OCCHI”
Nella Cattedrale di San Lorenzo papa Francesco ha parlato a oltre 1400 tra religiosi e laici. Dopo essere stato accompagnato ai piedi dell’altare dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo della città , il Papa ha risposto ad alcune domande dei religiosi. All’incontro partecipano i vescovi della Liguria, il clero, i seminaristi, i religiosi di tutta la regione, i collaboratori laici della curia genovese. Tra loro anche i rappresentanti di altre confessioni tra i quali un sacerdote cristiano copto.
«Alleva corvi e ti mangeranno gli occhi». Questo detto antico è stato riproposto da Papa Francesco nell’incontro con i sacerdoti e le religiose nella cattedrale di Genova, dove il Papa è tornato a condannare l’abitudine dello sparlare degli altri diffusa nella Chiesa, esortando con forza a cacciare i seminaristi che parlano male dei loro compagni per metterli in cattiva luce.
«Nel seminario, se li allevi – ha spiegato – poi distruggeranno qualsiasi fratellanza nel presibiterio. Ci sono tante prove, lo vediamo poi nei rapporti tra parroco e vice parroco». L’invito del Papa è a «recuperare il senso della fraternità : è cosa molto seria», ha spiegato.
«Noi preti non siamo il Signore, siamo i discepoli e dobbiamo aiutarci, anche litigare perchè se c’è discussione c’è libertà , fiducia, fratellanza».
Il Papa ha parlato delle «invidie» e «gelosie» tra confratelli.
Francesco ha riferito che quando si individua un sacerdote che potrebbe essere candidato a fare il vescovo si chiedono informazioni. «Alcune volte – ha riferito il pontefice – si trovano delle calunnie o delle opinioni che, senza essere calunnie, svalutano la persona del prete e si capisce subito che c’è gelosia, invidia», competizione. Poi usa, come lui stesso sottolinea, «una parola dura: c’è tradimento».
E allora ha invitato il clero a fare «un esame di coscienza: quante volte ho parlato bene o ho ascoltato bene in una riunione fratelli sacerdoti che la pensano diversamente o non mi piacciono? Quante volte, appena hanno cominciato a parlare, ho chiuso le orecchie? Quante volte ho criticato, spiumato, spellato di nascosto? Un grande nemico contro la fratellanza sacerdotale è questo: la mormorazione, le invidie, le gelosie».
Il pranzo, alle 13, sarà con i poveri, i rifugiati, i senza fissa dimora e i detenuti nella Sala del caminetto del Santuario della Guardia.
(da “il Secolo XIX”)
Leave a Reply