IL PASSAPORTO FALSO PER FAR ODIARE I PROFUGHI SIRIANI: IL GIORNALISTA DEL DAILY MAIL DIMOSTRA COME SI PUO’ ACQUISTARE PER 2.000 DOLLARI
IL DOCUMENTO TROVATO A PARIGI ACCANTO AL KAMIKAZE DELLO STADIO ERA FALSIFICATO: APPARTENEVA A UN SOLDATO DI ASSAD UCCISO MESI FA…I FOREIGN FIGHTER LI USANO PER POTER RIENTRARE IN PATRIA…WASHINGTON POST: “LI LASCIANO IN GIRO APPOSTA PER FAR ODIARE I PROFUGHI”: XENOFOBI ALLEATI DELL’ISIS
Non è Ahmad Almohammad il nome del kamikaze dello Stade de France. E non è certo nato il 10 settembre del 1990 in Siria.
Anzi, probabilmente non è neppure siriano, ma al pari dei suoi compagni – quelli dello ‘squadrone della morte’ che è entrato in azione a Parigi venerdì sera – si tratta di un foreign fighter.
Che il documento trovato allo stadio fosse falso lo avevano anticipato domenica gli 007 statunitensi, precisando che i dati non erano coincidenti con quelli rilasciati dalle autorità di Damasco e la foto non coincideva con il nome.
A quanto pare, l’identità che figura su quel passaporto potrebbe appartenere a un soldato di Bashar al Assad ucciso alcuni mesi fa in Siria.
Secondo una fonte vicina all’inchiesta, il passaporto reca proprio il nome di Ahmad Almohammad, nato il 10 settembre 1990 a Idleb, nel nord-ovest della Siria.
E tutti gli elementi che figurano sul documento corrispondono a un soldato delle truppe filogovernative siriane.
Due le ipotesi, secondo la fonte citata da Afp: o il passaporto è stato rubato oppure è stato falsificato partendo dalla vera identità di un’altra persona.
Il punto è che un’identità siriana può rappresentare un enorme vantaggio.
I siriani non hanno bisogno di comprarli, mentre eventuali infiltrati dell’Is possono trovarne in grande quantità – e non falsificati – nella ‘capitale’ siriana di Raqqa.
Un’inchiesta recente del Mailonline, sito di informazione britannico del Daily Mail, ha svelato come sia facile procurarseli.
Il reporter del quotidiano, Nick Fagge, è riuscito ad acquistare il passaporto, la patente e la carta d’identità intestate ad Abdullah Fraam, un cittadino siriano realmente esistito che sarebbe morto ad Aleppo durante la guerra.
A vendergli il pacchetto sarebbe stato un trafficante di confine il quale ha dichiarato che il documento in bianco è originale visto che è stato rubato in una delle città conquistate dal Daesh.
L’identità , viceversa, proviene da una lista di cittadini siriani morti durante gli scontri. Secondo siti e organizzazioni internazionali la vendita di identità siriane sarebbe diventata un vero e proprio business, utilizzati da molti foreign fighters che, arruolatisi nelle fila di Is in Siria o Iraq, non possono rientrare nei loro Paesi di origine. Può anche darsi che molti di loro li abbiano recuperati direttamente negli uffici pubblici di Raqqa.
Nel merito, il Washington Post si interroga su ulteriori misteri – del tipo: gli altri kamikaze non hanno lasciato passaporti in giro, o come è possibile che un documento rimanga intatto dopo un’esplosione -, e chiosa: “The Islamic State wants you to hate refugees”.
Tradotto: lo Stato islamico vi vuol fare odiare i rifugiati.
(da “La Repubblica”)
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