IL PATTO DEGLI IMBROGLIONI: FEDERALISMO PATACCA IN CAMBIO DELL’IMPUNITA’ PER IL PREMIER
SILVIO E UMBERTO UNITI DAL COMUNE INTERESSE A SALVARSI IL CULO, CHI DAI MAGISTRATI, CHI DAI FORCONI PADANI… MA NON HANNO LA MAGGIORANZA NELLE COMMISSIONI E I “RESPONSABILI” AVVERTONO CALDEROLI : “NIENTE DIKTAT SUL FEDERALISMO, ALTRIMENTI A CASA CI VA LA LEGA”
Federalismo in cambio del processo breve.
È questo il patto contrattato da Bossi e Berlusconi nella cena di Arcore: il Carroccio garantirà la blindatura del provvedimento ammazza-processi, il Pdl si schiererà a testuggine sugli ultimi cinque decreti preparati da Calderoli.
Il premier infatti è angosciato per la piega che stanno prendendo gli eventi, con le procure che lo cingono d’assedio.
Una prova la si è avuta persino al consiglio europeo di Bruxelles.
Stando alla ricostruzione de La7 il Cavaliere venerdì avrebbe arringato i leader dell’Ue con una tirata contro i pm italiani: “Cari colleghi, qua ci si sta occupando dell’Egitto, ma c’è un altro Paese del Mediterraneo che ha grossi problemi, che è sull’orlo della catastrofe ed è l’Italia dove i giudici vogliono processarmi”.
Chissà che risate si sono fatti i leader europei.
Il premier vede nero, ma quello siglato con Bossi è un patto scritto sull’acqua finchè il centrodestra non riprenderà il controllo delle commissioni chiave del Parlamento: la bicameralina La Loggia, la Bilancio e la Giustizia.
E persino l’ufficio di presidenza, dove i numeri sono 11 a 8 per l’opposizione. “Se Fini e Schifani non si danno una mossa – è il monito di Bossi – allora dovrà essere Napolitano a occuparsene”.
Il pressing della Lega è insistente, tanto che del “riequilibrio” della commissione La Loggia i leghisti intendono discutere domani proprio con il Capo dello Stato, per chiedere che eserciti la sua moral suasion su Gianfranco Fini.
Spetta infatti ai presidenti delle Camere garantire il rispetto della “proporzionalità ” della commissione e i leghisti temono che il leader di Fli, pur di “creare problemi a Berlusconi”, possa far melina e prendere tempo.
Un tempo che Bossi non può permettersi di perdere, visto che la bicamerale La Loggia dovrebbe concludere entro il 7 marzo l’esame del decreto cardine del federalismo, quello sul fisco regionale e la sanità .
“Dobbiamo intervenire subito”, ha convenuto il premier, “non possiamo aspettarci nulla di buono da Fini”.
Per questo ad Arcore hanno anche ipotizzato un blitz, una modifica all’articolo 3 della legge delega sul federalismo per aumentare il numero dei componenti della Bicameralina così da permettere l’ingresso di uno dei Responsabili e riconquistare la maggioranza.
Chi se ne sta occupando lo definisce scherzando il “comma Scilipoti” e potrebbe essere inserito nel decreto Milleproroghe.
Intanto dall’entourage del presidente della Camera fanno sapere che ancora “non è arrivata alcuna richiesta formale di verificare il rispetto del criterio di proporzionalità della commissione”.
Insomma al momento, nonostante la fretta di Bossi, non c’è nemmeno una pratica istruita.
E il problema non è tanto semplice da risolvere perchè, per far posto a uno dei Responsabili, qualcuno altro dovrebbe dimettersi.
Uno del Terzo Polo, insistono nel Pdl, visto che “adesso hanno quattro rappresentanti”. Il problema è che nel Terzo Polo nessuno dei quattro membri ha intenzione di favorire questo “riequilibrio”: Baldassarri infatti rappresenta Fli, Linda Lanzillotta l’Api, Galletti l’Udc e il senatore D’Alia è entrato come membro delle Autonomie.
Un pasticcio insomma, che potrebbe essere risolto solo con un “gentlemen’s agreement” di cui oggi non si vede assolutamente traccia.
La Lega è nervosa, minaccia ritorsioni per spaventare Berlusconi e Fli.
Per questo Calderoli ieri è tornato a rispolverare il linguaggio bellicoso di qualche mese fa, ipotizzando di “staccare la spina” al governo.
Il problema è che la coperta ormai è corta e se i leghisti riparlano di voto anticipato, la nuova terza gamba della maggioranza – Iniziativa Responsabile – tira dalla parte opposta.
“Calderoli deve stare attento – spiega Saverio Romano, segretario dei Pid – perchè chi stacca la spina alla fine si può anche ritrovare all’opposizione. La nostra “responsabilità ” non è nelle mani di nessuno, nemmeno in quelle di Berlusconi. Nessuno ci può dire: o passa il federalismo oppure tutti a casa. A quel punto non si può nemmeno escludere che 5 o 6 responsabili si rendano disponibili per sostenere un altro governo che porti a termine la legislatura”.
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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