IL PIANO B DI GRILLO, SE LE COSE VANNO MALE
LA RICERCA DI VISIBILITA’ ALL’ESTERO, PREMESSA DI UN TOUR MONDIALE CON CONTRATTI SUI DIRITTI TV…ANCHE UN GRUPPO DIMEZZATO RENDEREBBE SEI MILIONI DI EURO DI UTILI L’ANNO
Grillo non sopporta il dissenso.
Tutto è cominciato con le elezioni politiche, con quel risultato che Grillo non si aspettava e nemmeno desiderava.
Una vittoria piena del Pd con i Cinque stelle tra il 10 e il 15% sarebbe stato per lui il crogiuolo perfetto in cui gridare per i prossimi anni le solite parole d’ordine sulla casta, gli sprechi, la vecchia politica, e alimentare il malessere popolare che c’è, ed ha solide fondamenta nella vita reale.
L’aver difeso a spada tratta invece, con un partito al 24% e un gruppo parlamentare notevole e parzialmente controllabile, la linea dura del o da soli o niente, fino al consenso universale, gli è costato non pochi mal di pancia.
Nel suo blog ha deciso persino di eliminare la funzione «ordina i commenti per gradimento» perchè altrimenti la percezione sarebbe stata addirittura schiacciantemente contro il capo.
La situazione è poi peggiorata con i risultati delle amministrative, dove grazie alle preferenze conta più la persona che la leadership carismatica del capo: consensi dimezzati nei casi migliori e niente ballottaggi, o quasi.
Dati allarmanti soprattutto per i giovani neo-parlamentari che con questi numeri non saranno mai riconfermati.
Al crescere delle critiche alla linea monolitica del capo, sembra aprirsi un fuggi-fuggi estivo, alla ricerca di ospitalità altrove o in nuovi gruppi che diano qualche chance in più.
Facendo due conti, tutto sommato, un gruppo dimezzato porta comunque in casa Caseleggio circa 6-7 milioni netti e puliti all’anno.
Certo, si potrebbe discutere sul fatto che mentre l’ad di quell’azienda propugna l’azzeramento dei finanziamenti pubblici, poi chiude il suo bilancio da 6 anni a questa parte con l’80% di incassi da soldi pubblici prima dall’Idv e poi dai 5 Stelle.
Ma anche questa è la tipica coerenza italiana.
E sempre facendo due conti, anche con qualche accesso in meno, ma con un pubblico certamente più radicale e fedele alla linea, forse anche il blog di Grillo ne guadagnerebbe in termini di rapporto traffico-incassi.
La prossima scadenza elettorale con cui fare i conti però sono le Europee.
Un anno di tempo per epurare, snellire, fidelizzare, stringere tutti attorno al capo e ai temi da lui proposti.
Chi non è d’accordo vada pure via. Si perchè le elezioni europee sono le più complesse da condurre e vincere. Collegi ampi, con grandi differenze nei territori e nello stesso collegio, in cui conta e molto il radicamento.
In più le elezioni europee si affrontano con le preferenze e non solo con i voti di lista, e allora è importante lanciare per tempo gli uomini giusti.
Ed ecco pochi selezionati andare a lezioni di tv da Grillo e Casaleggio, e presentarsi a raffica in tutti i talk prima luoghi satanici da scomunica per rilanciare il verbo; la formula la solita: uno-a-uno, intervista frontale, niente dibattito e niente contraddittorio. Uno spot insomma.
Da cucire su misura per un rilancio ad hoc su Youtube o sul blog. Grillo punta ancora al 20%.
Ma in caso di ridimensionamento ha già pronto il piano B. I pezzi ci sono già tutti.
Il parlare solo con la stampa estera ha dato a Grillo una straordinaria visibilità , sempre sul confine tra leader politico, fenomeno mediatico e guru di una nuova società globale.
Una terza vita si apre per l’ex-comico genovese, che potrebbe rilanciare il messaggio di un movimento Cinque stelle che «avrebbe potuto» fare la rivoluzione ma i cui eletti «sono stati corrotti dalle stanze del potere» e lui «non ci sta più».
Da mesi ormai cresce il consolidamento delle relazioni con i gruppi Occupy e Indignados di tutta Europa, cui Grillo guarda con fervido interesse come macchina di rilancio, di comunicazione e di organizzazione, e che sarebbero il pubblico ideale per una tournèe mondiale, cui lui stesso comincia ad accennare.
Qualcosa in più di una semplice ipotesi, con le prime probabili date in Spagna, Grecia, Olanda, Danimarca e con uno sbarco anche in America: il tutto ovviamente accompagnato da contratti di ferro sui diritti televisivi.
Forse un nuovo libro accompagnerà e spiegherà questa nuova svolta, magari tradotto in più lingue: di certo, ultimamente anche i testi dei suoi discorsi stanno cambiando, almeno rispetto allo Tsunami Tour.
Linfa di nuovi autori? «Che bello quando queste piazze le riempivo sempre a pagamento, che nostalgia…» è frase ricorrente in tutti gli ultimi comizi elettorali a sostegno dei Cinque stelle.
Michele Di Salvo
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