IL PIANO CASA FACEVA ACQUA: TROPPE AMBIGUITA’
IL TESTO PRESENTATO ALLE REGIONI, OLTRE AL PROBLEMA DELLA INCOSTITUZIONALITA’, PREVEDEVA NORME AMBIGUE ANCHE PER LE ZONE A PARCO NATURALE….GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE A CARICO DEI COMUNI E NON PIU’ DEI PRIVATI…UNA MARCIA INDIETRO CHE SA DI BRUTTA FIGURA E CHE SI SAREBBE POTUTA EVITARE
Il piano casa annunciato dal governo ha innestato la retromarcia: è arrivato il monito di Napolitano, le eccezioni di incostituzionalità minacciato da alcune Regioni, i rilievi dei tecnici e chi più ne ha più ne metta.
Una cosa è certa: la bozza (definita tale dal Governo) o il testo definitivo ( secondo le Regioni) sottoposto all’esame della Conferenza delle Regioni era pieno di errori sia formali che sostanziali.
E’ indubbio che la materia sia competenza delle Regioni e il governo si poteva solo limitare a una legge cornice, ma il “colore del quadro” normativo e procedurale avrebbero dovuto poi comporlo le Regioni.
Di fronte a una “forzatura” da parte del governo, molte regioni, compresa la Lombardia di Formigoni, e la stessa Lega hanno tirato il freno a mano.
Si sarebbe dovuta evitare la solita “politica dell’annuncio” e predisporre prima un testo condiviso, lo andiamo dicendo da tempo anche su altri temi, ma ci sembra che il brutto vizio di vendersi mediaticamente le proposte, salvo poi doversele rimangiare nella prassi, continui a imperversare nel centrodestra.
Di fronte a rilievi tecnici, dal “costruire”quasi ovunque, si è passati a escludere le città e limitarsi alle abitazioni fuori città , mono o bifamiliari, riducendo di molto l’ampiezza e l’efficacia sperata dell’iniziativa a fini anticrisi.
Esaminando il testo originario erano palesi molte ambiguità che avrebbero favorito, di fatto, speculazioni. Cerchiamo di entrare nello specifico, parlando delle costruzioni nei parchi regionali liguri e non.
L’art. 5, comma 1 dice: “il vincolo di inedificabilità assoluto riguarda le zone A (riserve integrali) dei parchi nazionali e regionali”. Alle Cinque Terre non esiste zona A e dunque, secondo la bozza del decreto, in quel parco è possibile prevedere ampliamenti di edilizia residenziale dal 20 al 35%. Per i Parchi regionali il discorso è diverso: le zone A restano inedificabili, ma si tratta di piccole porzioni, le altre rientrano nella zona B ( a tutela orientata) dove invece si potrebbero operare ampliamenti, previo nulla osta dell’Ente Parco o del comune, con un eventuale diniego che deve essere motivato.
Passando al rapporto interventi di edilizia privata e oneri di urbanizzazione, rileviamo che attualmente le urbanizzazioni primarie, ovvero strade, fogne, parcheggi, verde pubblico, sono per legge a carico del privato che costruisce.
L’art. 6, comma 3, dice ambiguamente che “entro fine 2011 i Comuni apportano le variazioni allo strumento urbanistico al fine di assicurare l’adeguamento degli standard urbanistici, a seguito della realizzazione degli interventi di cui al presente decreto”, facendo pertanto intendere che il privato costruisce e poi il Comune deve a proprie spese realizzare strade, fogna e parcheggi.
Passiamo infine a una valutazione circa gli effetti economici del decreto.
Secondo Paolo Monasse, docente di Politica economica all’Università di Bologna, un aumento del 20% nel campo edilizio potrebbe far aumentare il Pil dell’1,4%, ovvero di una cifra pari a 22 miliardi di euro.
Questo nel breve termine. Ma nei tempi medio-lunghi, un aumento dell’offerta abitativa del 20% riduce il prezzo di equilibrio delle abitazioni del 33-50%.
Il valore delle abitazioni calerà e l’effetto tenderà a comprimere i consumi di una cifra fino a 34 miliardi nei prossimi due, tre anni.
In pratica i vantaggi dell’operazione casa, nel migliore dei casi, verrebbero annullati dal calo dei consumi indotto a medio termine.
La logica suggerisce che occorre valutare bene un’iniziativa prima di darla per certa, ma cercando di approfondirne aspetti positivi e negativi.
Chi governa deve saper mediare e valutare, avere equilibrio e cercare non un facile consenso, ma anche saper guidare i cittadini indicando la strada migliore.
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