IL PM: “TIZIANO RENZI SI FACEVA PROMETTERE SOLDI PER SFRUTTARE LA SUA INFLUENZA”
LUI REPLICA: “NESSUNO MI HA MAI PROMESSO SOLDI, NE’ IO HO MAI CHIESTO NULLA”
L’indagine che ha portato all’arresto di Alfredo Romeo, imprenditore campano, che avrebbe distribuito mazzette per aggiudicarsi gli appalti della Consip, fa un salto di qualità e arriva a toccare un livello politico.
Nel decreto di perquisizione a carico di Carlo Russo, uno dei tramiti attraverso i quali Romeo avrebbe cercato entrature presso i vertici dell’azienda di Stato, è spuntato fuori il nome di Tiziano Renzi.
Il padre dell’ex premier, insieme a Russo, si sarebbe fatto promettere indebitamente soldi per sfruttare la sua influenza e porsi come tramite dell’a.d. di Consip, Luigi Marroni.
Il gip scrive: l’imprenditore Carlo Russo e Tiziano Renzi “sfruttando le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni si facevano promettere indebitamente” “da Alfredo Romeo che agiva previo concerto con Italo Bocchino, suo consulente, utilità a contenuto economico, consistenti nell’erogazione di somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni”, in relazione allo svolgimento di gare.
La smentita di Tiziano Renzi
Tiziano Renzi, in serata, affida ad una nota la sua smentita: “Nessuno mi ha mai promesso soldi, nè io ho chiesto alcunchè. Gli unici soldi che spero di ottenere sono quelli del risarcimento danni per gli attacchi vergognosi che ho dovuto subire in questi mesi”.
L’arresto di Romeo
Romeo è stato arrestato questa mattina dai carabinieri e dalla guardia di Finanza in relazione ad un episodio di corruzione nell’ambito dell’inchiesta Consip. Nei confronti di Romeo il gip del tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Si tratta di un filone di indagine nato a Napoli e per il quale l’imprenditore napoletano è indagato dai pm partenopei per associazione a delinquere di stampo mafioso, emigrato poi a Roma per competenza. In questa tranche romana, risultano indagati l’allora sottosegretario Luca Lotti, il generale dell’Arma Tullio Del Sette e il padre dell’ex premier, Matteo Renzi, Tiziano.
Secondo le ricostruzioni, dal 2012 ad oggi Marco Gasparri, già direttore Sourcing Servizi e Utility di Consip e ora destinato ad altro incarico, era retribuito più o meno con regolarità mensile da Romeo, coadiuvato come consulente dall’ex parlamentare di Fli Italo Bocchino, per una cifra complessiva pari a 100mila euro, oggetto di sequestro preventivo a carico dello stesso dirigente.
Il gip: “Lotta imprenditoriale a suon di tangenti”
Una lotta imprenditoriale per aggiudicarsi gli appalti che, a detta degli stessi indagati, “sembra essere gestita a suon di tangenti” o attraverso la “ricerca di appoggi all’interno dell’ ‘alta politica’”.
Lo scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Romeo. Dalle indagini, dice il Gip, è emerso un “gravissimo quadro di possibile infiltrazione criminale in Consip, almeno quanto ad alcune gare” tra cui la Fm4, il facility management del valore di 2,7 miliardi.
“Romeo e Gasparri comunicavano tramite pizzini”
Romeo e Gasparri, anche nei vari ‘faccia a faccia’ riservati, erano soliti comunicare tramite ‘pizzini’ per timore di essere intercettati. È quanto è emerso dall’inchiesta. Nell’ordinanza del gip Sturzo si dà conto dell’attività dei carabinieri del Noe che rovistando nella spazzatura dell’ufficio romano di Romeo sono riusciti a rimettere assieme i vari pezzi di carta e a ricostruire i dialoghi tra i due protagonisti indagati per corruzione, scoprendo cosi’ il meccanismo di pagamento di tangenti e promesse di utilità “.
Corruzione per asservimento della funzione è il reato che il gip Gaspare Sturzo, accogliendo l’impostazione del procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, ha contestato nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Romeo in concorso con Gasparri, che, nella veste di pubblico ufficiale, girava all’imprenditore napoletano informazioni riservate, suggerimenti e risposte da dare ai fini dell’aggiudicazione delle gare, a cominciare da quella FM4 del valori di 2,7 miliardi di euro, suddivisa in 18 lotti (la cui aggiudicazione e’ ancora in corso).
Gasparri, però, è stato solo denunciato a piede libero: per i magistrati romani mancano le esigenze cautelari tenuto conto che il dirigente Consip sull’episodio corruttivo ha reso a suo tempo ampia confessione.
Tra le fonti di prova, ci sono anche alcune intercettazioni telefoniche e ambientali tra Romeo e Gasparri e una serie di documenti, a cominciare dalle agende in cui venivano appuntati gli incontri tra i due e indicate le promesse di denaro verso il dirigente Consip.
(da agenzie)
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