IL PROIETTILE RECAPITATO DAI RAZZISTI A PATRONAGGIO E I DELINQUENTI CHE SUI SOCIAL SI RAMMARICANO CHE FOSSE STATO SOLO SPEDITO: “NELLE GAMBE E’ PIU’ EFFICACE”
C’E’ CHI VUOLE CHE SIA “MANDATO AL CONFINE”, TALMENTE COGLIONE DA NON SAPERE CHE SI DICE “AL CONFINO”… POI QUANDO LI IDENTIFICANO PIAGNUCOLANO
Non piace a sovranisti e patridioti il PM di Agrigento Luigi Patronaggio. Non piace da quando hanno scoperto che è stato lui ad avviare l’inchiesta su Matteo Salvini per il caso Diciotti. Non piace perchè ha aperto un’altra indagine su Salvini e sulla Sea Watch 3. Non piace insomma perchè è un magistrato che indaga sul Capitano. E sappiamo quanto sono suscettibili i fan di Salvini in questi casi.
La notizia di oggi è che a Patronaggio è stata recapitata (un’altra) busta di minacce con dentro un proiettile. Il magistrato vive già sotto scorta, la protezione gli è stata assegnata negli anni Novanta quando era in servizio a Palermo e faceva parte del pool antimafia.
Eppure ai piccoli commentatori dell’Internet la cosa suona lo stesso incredibile.
Perchè per i sovranari Patronaggio è un nemico del Paese, uno che “aiuta i muslim”. Probabile quindi che la busta se la sia spedita da solo. Una tattica tipica di quelli del PD, e ovviamente Patronaggio viene definito un magistrato “del PD”.
«Vorrà la scorta rinforzata fa molto radical chic» scrive un arguto e attento esperto di questioni di criminalità organizzata.
Questo Pm è proprio uno che non si accontenta insomma. E del resto, spiega un altro «dato che si è schierato politicamente perchè ci dobbiamo preoccupare?».
In fondo non siamo mica più negli anni Settanta, scrive. Che sottinteso vuol dire che i tempi in cui alle minacce seguivano le azioni sono ormai passate. Come spiega un altro infatti « a Terranova e Livatino, i proiettili direttamente in corpo; a Chinnici , Falcone e Borsellino direttamente tritolo» a Patronaggio invece solo minacce in busta.
È evidente che siccome il Pm agrigentino non sta “simpatico” a chi sostiene l’attuale governo allora non merita nemmeno la solidarietà d’ufficio che si è soliti esternare in questi casi.
Anzi, proprio perchè è “un giudice del PD” c’è chi propone di mandarlo al confine (ovvero al confino) assieme alla sua famiglia così da consentirgli di “riflettere e meditare sul mondialismo”.
Per altri invece è tutta una farsa, una commedia una messinscena. Partronaggio vuole continuare a fare quello che fa? Allora si candidi e si faccia eleggere, scrive una commentatrice che non ha ben chiaro il concetto di separazione dei poteri in uno Stato come il nostro.
Inquietante il commento di una che suggerisce che “il proiettile in busta non serve a nulla, nelle gambe è più efficace“.
Altri sono dello stesso avviso e parlano di “vittima” tra virgolette perchè “chi fa sul serio non manda bossoli”. Tutta la solita “sceneggiatura” fatta in modo che i soliti buonisti accorrano a difendere l’operato del magistrato.
La frase poi si fa confusa ma sembra che l’autore intenda suggerire che Patronaggio non rispetta le leggi indagando su Salvini invece che aprendo inchieste sulle terribili Ong. E anche oggi si è riversato un po’ di odio su Facebook, un altro giorno ben speso a difesa della democrazia.
(da “NextQuotidiano”)
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