IL RACCONTO DEI CONTUSI DI SEL: “SIAMO STATI AGGREDITI DA QUELLI DEL PD”
FALLO DI FRUSTRAZIONE DEI DEPUTATI DEL PD CHE PERDONO LA TESTA
All’inizio della legislatura nessuno aveva fatto caso a quella linea di faglia che separa, poco sopra la metà , l’ultimo blocco a sinistra dell’aula di Montecitorio.
Nei banchi più in basso, siedono i vendoliani di Sel.
Nelle ultime file verso la piccionaia, invece, i cugini del Pd.
Tutti eletti nel febbraio 2013 nella stessa coalizione, “Italia bene comune”, guidata da Bersani e Vendola.
Col passare dei mesi quella linea di faglia si è fatta sempre più visibile e calda: da cugini, Pd e Sel sono diventati avversari, poi nemici, fino alla mezzanotte di venerdì, quando quella linea è diventata la trincea di una rissa, non solo verbale.
Alla fine, il bilancio parla di due espulsi e due feriti.
I due contusi sono entrambi vendoliani, l’abruzzese Gianni Melilla e la pugliese Donatella Duranti.
Entrambi, intorno all’una di notte, sono arrivati all’infermeria di Montecitorio: per lui solo una borsa si ghiaccio per la botta alla mano, per lei una fasciatura alla spalla e una robusta dose di Voltaren.
Tra gli espulsi il piddino Emiliano Minnucci e l’ex leader Fiom Giorgio Airaudo, protagonista di una cavalcata in piedi sopra i banchi per raggiungere la zona rossa dello scontro con i dem.
La bagarre è scoppiata mentre parlava il capogruppo di Sel Arturo Scotto, che si è ironicamente complimentato con il Pd per il “capolavoro politico” di queste sedute notturne per la riforma costituzionale, costantemente scandite da risse, polemiche e tensioni.
Dai democratici che siedono sopra Sel, a quel punto, è partita una raffica di proteste e di insulti all’indirizzo di Scotto.
Daniele Farina di Sel ha risposto a tono e in pochi istanti si è arrivati al contatto fisico con Minnucci e altri democratici.
Nel frattempo Airaudo, da alcune file più sotto, gridando “pezzi di m….”, ha cercato di raggiungere l’epicentro della rissa, ma è stato fermato dallo stesso Scotto e da Melilla.
Il quale sedeva accanto alla sua vicina Donatella Duranti una fila sotto la faglia dello scontro. “Nessuna scazzottata”, racconta Melilla ad Huffpost. “C’è stata una rissa, in tanti sono arrivati, chi per separare, chi per partecipare…”.
Ressa, non rissa, precisa Melilla. “Sia io che Donatella Durati abbiamo cercato di calmare le acque e siamo rimasti colpiti. Ma è stata colpa della confusione, dei banchi di legno dove è facile prendere una botta. Nessuno ci ha aggredito intenzionalmente”.
“Il problema”, spiega Melilla, “non è fisico ma politico. Siamo stati eletti nella stessa coalizione, mai avrei immaginato che saremmo arrivati a questo, alle aggressioni. Io non ho visto e non ho subito schiaffi o cazzotti, ma c’era moltissima cattiveria nelle parole e negli atteggiamenti. Dal Pd c’è stato un fallo di frustrazione nei nostri confronti”.
Nella mattinata di venerdì, alla ripresa della seduta, la fasciatura di Duranti era già sparita. “Sto bene, per fortuna non è stata una lussazione ma sono una contusione”, racconta Duranti. “Io ero seduta al mio banco, all’improvviso ho sentito un forte dolore alla spalla. Non so dire chi mi ha colpito, ma è chiaro che noi di Sel siamo stati aggrediti da quelli del Pd, che sono passati dalle parole ai fatti”.
Nell’ottobre scorso, in Senato, un episodio simile durante la discussione sul Jobs Act. A finire in infermeria, in quel caso, la senatrice Pd Emma Fattorini, con una contusione al polso presa mentre cercava di fermare la cavalcata della capogruppo Sel Loredana De Petris verso i banchi dem.
(da “Huffingtonpost“)
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