IL REFERENDUM INUTILE DI MARONI E ZAIA CHE SERVE A METTERE ALL’ANGOLO SALVINI
A OTTOBRE UN REFERENDUM “CONSULTIVO E SENZA QUORUM” SU UNA MAGGIORE AUTONOMIA DI VENETO E LOMBARDIA, QUANDO BASTEREBBE UNA RICHIESTA AL GOVERNO… A MARONI SERVE COME SPOT PER FARSI RIELEGGERE, MA NON SOLO: SALVINI PERDEREBBE CREDIBILITA’ AL CENTROSUD DI FRONTE A UN RITORNO ALLA LEGA DEL NORD
Il d-day dovrebbe essere fissato entro la prima metà di ottobre. Ma l’ufficializzazione arriverà soltanto domani quando Roberto Maroni, nel corso della giunta che si terrà a Bergamo annuncerà la data. La Lombardia, insieme al Veneto, si appresta a convocare il referendum per l’autonomia.
Si tratta di una vecchia battaglia del Carroccio: il referendum, va ricordato, ha soltanto carattere consultivo e non prevede quorum.
Comunque andrebbe poi aperto un tavolo con il governo per ottenere maggiori competenze (anche se non si tratterebbe delle stesse prerogative delle Regioni a Statuto speciale). Il Pd solleva già la polemica sui costi che avrebbe questa celebrazione.
“Maroni — sostiene il segretario dem lombardo, Alessandro Alfieri – vuole passare alla storia come il presidente della Lombardia che ha speso 46 milioni di euro per fare una cosa che si può fare gratis”.
Il problema, infatti, in questo caso non è nel merito, perchè qui non si parla di secessione. Tanto che il sostegno alla richiesta di maggiore autonomia arriva anche da parte di tutti i sindaci dei comuni capoluoghi e dai presidenti di provincia della Regione, ivi compresi quelli del Pd.
Il responsabile delle Politiche agricole, Maurizio Martina, infatti chiede a Maroni di evitare di spendere soldi “per un referendum consultivo senza effetti immediati”.
“Basta — osserva – una richiesta al Governo, inspiegabilmente mai arrivata fino ad oggi, per arrivare allo stesso obiettivo, senza buttare milioni di euro”.
Inspiegabilmente: sta in questo avverbio il sospetto che aleggia tra i dem e che viene esplicitato da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. “La presa di posizione del Governo offre a Maroni l’occasione per dimostrare se ha davvero interesse per l’autonomia lombarda o se invece — dichiara – gli interessa solo agitare una bandiera a fini propagandistici”.
Il capogruppo leghista al Senato, Gian Marco Centinaio, nega che ci sia una precisa strategia politica dietro l’annuncio.
“Era una promessa che avevano fatto e poichè Maroni andrà a elezioni nel 2018 — spiega ad Huffington — la vuole onorare. L’intenzione è quella di non arrivare a fine legislatura con i lombardi che dicono ‘non hai mantenuto il tuo impegno'”.
Il referendum a ottobre cadrebbe a pochi mesi dalle elezioni politiche quando, con ogni probabilità , si sarà già in pieno clima elettorale.
In questo senso, spiegano fonti padane, di certo la consultazione per l’autonomia strizzerebbe l’occhio a quell’elettorato storico della Lega che non condivide pienamente l’afflato nazionalista di Salvini, che si sente tradito quando il segretario afferma, per esempio, “Napoli è la mia città “.
Inoltre, la consultazione ridarebbe un forte protagonismo extra-regionale anche ai due Governatori (tra i quali Zaia che peraltro viene anche corteggiato da Silvio Berlusconi per la guida del centrodestra) in un partito che mediaticamente è ormai dominato dal segretario.
L’iniziativa ha suscitato sconcerto tra gli esponenti di ‘Noi con Salvini’ che stanno cercando di far dimenticare la Lega autonomista e secessionista.
E se l’obiettivo di Maroni e Zaia fosse proprio quello di tagliare le gambe al progetto “nazionale” di Salvini e di ritornare alla Lega del Nord?
(da “Huffingtonpost”)
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