IL RIMBORSO DELLA CENA ELETTORALE? IN REALTA’ ERA UNA FESTA DI FAMIGLIA
RIMBORSI REGIONE PIEMONTE: LE INDAGINI DELLA G.D.F. SVELANO LA VERA NATURA DI MOLTE SPESE SPACCIATE PER ATTIVITA’ POLITICA….A CINQUE CONSIGLIERI CONTESTATA ANCHE LA TRUFFA
A cinque consiglieri è contestata la truffa, tre devono rispondere di finanziamento illecito ai partiti per aver usato i soldi del gruppo per pagare spese elettorali, per tutti gli altri l’accusa è di peculato.
Il giorno dopo la chiusura delle indagini della procura su Rimborsopoli, si cerca di capire chi è accusato di cosa, chi ha preso di più.
Chi è stato il più spudorato nell’intascarsi i soldi pubblici che dovrebbero servire – sulla carta – a garantire il funzionamento del gruppo consiliare.
Le trasferte
Per andare in Consiglio regionale e a tutti gli impegni istituzionali, ad esempio, c’è il rimborso chilometrico per chi risiede fuori Torino.
Antonello Angeleri, Gianfranco Novero e Daniele Cantore però, avevano dichiarato false residenze. Truffa.
Stessa accusa per Maurizio Lupi, per il compenso alla figlia Sara, che risultava collaboratrice del gruppo, in realtà – secondo i pm – studiava all’estero.
Ed erano false le fatture che Roberto Boniperti si era fatto rimborsare. Ad Andrea Stara e Monica Cerutti, oltre che a Merceds Bresso, è contestato il finanziamento illecito ai partiti. Devono rispondere anche di peculato, a differenza dell’ex zarina.
E qui si chiude il capitolo centro-sinistra, se si escludono i 3 consiglieri Idv.
I testimoni
Non che anche all’opposizione non ci siano state spese sospette o quanto meno bizzarre da giustificare.
Ma tra l’indignazione e la condanna c’è di mezzo la legge, e la legge esige prove concrete che reggano al processo.
Gli investigatori hanno ascoltato decine di testimoni, dai ristoratori ai titolari dei negozi dove sono stati effettuati gli acquisti, per capire chi ha pagato cosa e per quale motivo.
E hanno fatto un lavoro certosino sui tabulati telefonici per verificare se chi diceva di essere a una cena «politica» si trovasse davvero lì.
Sorpresa: in alcuni casi la ricevuta era da una parte e il consigliere da tutt’altra.
Altro caso: la cena ci fu veramente, peccato che quello che spacciavano come incontro di natura politica fosse una cena di compleanno in famiglia.
E che a rivelare la verità sia stato l’appunto sull’agenda del consigliere trovata durante le perquisizioni.
Difficile poi sostenere come esigenza legata al rapporto con l’elettorato le cene al mare in ferie o quelle in vacanza sulla neve.
Arduo immaginare l’esigenza istituzionale di una cena interamente a base di tartufi.
Ma c’è anche questo negli atti dei pm.
Le verifiche incrociate hanno salvato invece i consiglieri del Pd coinvolti. Al di là delle spese minime, non prese in considerazione, su quelle sospette gli inquirenti sono riusciti ad avere riscontri che possono far ricondurre gli esborsi nell’ambito delle attività istituzionali.
Paola Italiano
(da “La Stampa”)
Leave a Reply