IL SENSO DELL’UMORISMO DEL GOVERNO KAZACO “SHALABAYEVA NON E’ AGLI ARRESTI, HA SOLO L’OBBLIGO DI DIMORA”
SAREBBE INDAGATA PER “CORRUZIONE PER AVER OTTENUTO IL PASSAPORTO”….LA FARNESINA PRENDE LE DISTANZE DA ALFANO: “NON ERAVAMO AL CORRENTE”
Alma Shalabayeva “non è in prigione o agli arresti domiciliari”, ma ha obbligo di residenza ad Almaty perchè “sotto inchiesta sul rilascio del passaporto per il marito e i familiari in cambio di tangenti”.
La precisazione, sulle condizioni della moglie del dissidente kazako Muhktar Ablyazov, espulsa dall’Italia il 31 maggio, arriva dal portavoce del ministero degli esteri kazako.
“Tutti i diritti e le libertà della signora – ha aggiunto il rappresentante di Astana – come previsto dalla legislazione kazaka e dalla legge internazionale, sono pienamente rispettati e garantiti dalle forze dell’ordine del Paese”.
La dichiarazione di Astana contrasta con quanto comunicato in precedenza da uno degli avvocati della donna, Vincenzo Cerulli Irelli, secondo cui Alma e sua figlia Alua, si troverebbero “agli arresti domiciliari in casa del padre di lei”.
Dopo il dietrofront del governo Italiano, che ieri ha revocato l’espulsione della donna, evidenziando una grave mancanza d’informazione all’esecutivo e annunciando un’indagine interna, il legale ha inoltre fatto sapere che madre e figlia “non hanno subito maltrattamenti”.
“GRAVE IRREGOLARITà€ FORZE POLIZIA”
“Per raggiungerla – ha spiegato l’avvocato – abbiamo dovuto prendere contatto con un console in Kazakistan. Non ci risultano ulteriori pericoli per la signora ma suo marito è il maggiore oppositore del regime e questo ci fa temere per il futuro”.
“E’ importante – ha detto ancora il legale – che i riflettori su questa vicenda restino accesi”.
La vicenda rischia di avere anche ripercussioni politiche sul governo, con l’annuncio di una mozione di sfiducia M5S-Sel nei confronti del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Il nostro governo si è mosso subito con il governo kazako per il bene della signora – ha aggiunto Cerulli Irelli – da questo punto di vista siamo tranquilli ma resta il fatto della gravissima irregolarità delle nostre forze di polizia compiuta all’insaputa del governo”.
“Ieri sera – ha spiegato l’avvocato – il governo ha annullato il provvedimento di espulsione, insomma ha preso atto dell’illegalità dell’operazione di polizia. A oggi non risulta che ci sia stata una responsabiltà politica”.
APPELLO DI ABLYAZOV A LETTA
Intanto a rivolgere un appello al presidente del Consiglio, Enrico Letta, è direttamente Ablyazov sul quotidiano La Stampa. “Caro mister Letta – scrive il dissidente – grazie per questa decisione coraggiosa, ma adesso temo che Nazarbayev reagirà mandando mia moglie Alma in prigione e la mia bambina Alua all’orfanatrofio”.
Un invito a non abbassare l’attenzione. “Alma e Alua ora si trovano in una situazione di grave pericolo – sottolinea Ablyazov – detenute dal regime di Nazarbayev che le tiene in ostaggio al fine di usarle contro di me”.
FARNESINA NON ERA AL CORRENTE
La Farnesina, invece, ha fatto sapere di essersi immediatamente attivata con il Kazakistan per aiutare la signora Alma Shalabayeva e di aver ottenuto un “impegno scritto” dalle autorità locali affinchè rispettino “tutte le prerogative e i diritti della signora”.
Le stesse fonti hanno tuttavia sottolineato che il ministero non era al corrente del provvedimento di espatrio.
Il fax della Farnesina del 29 maggio alla Questura di Roma si limitava a rispondere se Shalabayeva avesse o no copertura diplomatica.
La richiesta fatta dall’ufficio immigrazione, fanno sapere dalla Farnesina, faceva riferimento alla signora Alma con il suo nome da ragazza e non dava alcuna indicazione che potesse fare risalire al dissidente kazako.
“Non potevamo fare – sottolineano fonti del ministero – nessun collegamento tra questa signora, indicata con il suo nome da ragazza e di cui ci veniva solo chiesto se godesse o meno di copertura diplomatica, e la moglie di Ablyazov”.
RELAZIONE ENTRO 2-3 GIORNI
Si conoscerà , comunque, tra due-tre giorni la relazione del capo della polizia Alessandro Pansa, dopo l’indagine richiesta da Palazzo Chigi per chiarire i passaggi e le circostanze che hanno portato all’espulsione.
(da “La Repubblica“)
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