IL SOLITO FAVORE AI RICCHI: NIENTE IMU ANCHE PER LE CASE DI LUSSO
BOCCIATA LA PROPOSTA DI FAR PAGARE L’IMU A CHI HA REDDITI SOPRA 100.000 EURO… CON il RICAVATO SI SAREBBE POTUTO EVITARE L’AUMENTO DELL’IVA
Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno considerato inammissibile “per estraneità di materia” l’emendamento al decreto Imu presentato dal Pd (primo firmatario Mario Marchi) che prevedeva il pagamento della prima rata della tassa sulla casa per le abitazioni con rendita catastale superiore ai 750 euro per finanziare, tra le altre cose, la riduzione dell’Iva dal 22 al 21% dal 1 novembre al 31 dicembre 2013. Marchi, presenterà ricorso, che sarà esaminato nel pomeriggio dal presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia.
Giudicata inammissibile “per estraneità di materia” dalle commissioni di Montecitorio anche la proposta di modifica ancora del Partito Democratico (primo firmatario Cristina Bargero) che prevedeva di rideterminare l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto del 22% al 21% dal primo novembre 2013 e fino al 31 dicembre 2013, escludendo dall’abolizione della prima rata dell’imposta municipale gli immobili di proprietà dei soggetti Irpef il cui reddito complessivo annuo risulti inferiore a 100mila euro.
Riemerge dunque lo scontro sotterraneo nella maggioranza sull’agenda economica del governo.
Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera sono giunte alle battute finali dell’esame del provvedimento che attende il via libera dell’aula di Montecitorio e poi del Senato.
Riaffiora in alcuni emendamenti del Pd – sarebbero almeno tre quelli ritenuti più “critici” — l’opzione di un allargamento della platea di contribuenti che dovranno pagare la prima rata dell’imposta ai più abbienti, nettamente osteggiato dal Pdl.
Il decreto legge sull’Imu è in attesa di essere convertito in legge entro il 30 ottobre.
Tempi ristretti e possibili ricadute sulla tenuta dell’esecutivo stanno spingendo i presidenti delle due commissioni, Francesco Boccia (Pd) e Daniele Capezzone (Pdl) a “blindare” il testo con un rigoroso esame di ammissibilità .
La tagliola dell’ammissibilità ha fatto fuori in tutto 322 emendamenti su 454 al decreto legge sull’Imu.
Da esaminare dunque restano 132 proposte emendative. Ben 176 emendamenti non sono passati al vaglio dell’ammissibilità a causa dell’estraneità di materia mentre 146 non hanno superato l’esame delle coperture.
I deputati del Pd sembrano comunque intenzionati a non rinunciare almeno a ottenere un dibattito nella riunione delle commissioni riunite per rilanciare poi la questione politica in sede di elaborazione della legge di stabilità .
Gli emendamenti potrebbero alla fine essere trasformati in ordine del giorno.
Supera il vaglio dell’inammissibilità l’emendamento di Scelta Civica che riscrive la disciplina Imu, “sostituendo — spiegano Andrea Romano e Enrico Zanetti — l’abrogazione della prima rata per tutti nella rimodulazione con raddoppio delle detrazioni che, senza bisogno di coperture aggiuntive, esclude l’Imu anche per la seconda rata a circa il 70% dei proprietari, rimettendo in pista l’imposta per il restante 30%, con sconti però da 200 a 300 euro rispetto al 2012″.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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