IL SONDAGGIO SU GIORGIA MELONI CHE “RUBA” VOTI A LEGA, FORZA ITALIA E M5S
NON AVENDO PARTECIPATO AL GOVERNO INCARNA IL VOTO DI PROTESTA
L’istituto demoscopico Analisi Politica, diretto dal sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi, già docente di Analisi della Pubblica Opinione all’Università di Genova, ha elaborato per Libero uno studio sulle ragioni del boom della formazione della Meloni, cercando di documentare come e a chi ruba consensi.
Ne è risultato che Fratelli d’Italia prende un po’ da tutti, a eccezione dei partiti di sinistra naturalmente, ma in particolar modo da Salvini, al quale in un anno avrebbe sottratto 6 punti percentuali dei consensi complessivi.
Tra i nuovi elettori arrivati, ma non provenienti dalla Lega, la parte del leone la fanno gli ex berlusconiani, che rappresentano il 45% dell’insieme e fanno salire i gradimenti complessivi di quasi il 2%, un apporto di poco superiore a quello dei grillini delusi, che rappresentano il 35% dei simpatizzanti guadagnati nell’ultimo anno dalla destra.
Quanto all’identikit dei salviniani in fuga verso la Meloni, Ferrari Nasi spiega che sono per lo più uomini, sopra i cinquant’anni con una bassa scolarizzazione e un’alta religiosità e provenienti dal Nord-Est.
«Questo significa» chiosa il sondaggista «che il Salvini dell’unità nazionale e del rosario non ha convinto del tutto il Veneto tradizionale e cattolico; non ci sarebbe da stupirsi quindi se, alle Regionali di settembre, Fdi risultasse il secondo partito dell’alleanza di centrodestra dietro la lista Zaia e davanti alla Lega».
Le ragioni della transumanza di voti verso la Meloni sono essenzialmente due. Fratelli d’Italia non è mai stata al governo, e quindi capitalizza più facilmente il voto di protesta ed è la prima scelta naturale degli elettori delusi sia di Lega che di Forza Italia.
Quanto a M5S, nella sua componente di destra, il Movimento è stato svuotato ampiamente già da Salvini e quindi Giorgia, per molta parte della base grillina rimasta ancorchè delusa, è poco attrattiva. «La componente di destra dei cinquestelle, molto forte in passato» commenta Ferrari Nasi, «resta comunque del 20% e corrisponde a un milione di voti», bacino di possibile crescita ulteriore, come il 33% di chi non ha indicato un partito, «la metà dei quali» spiega Ferrari Nasi «statisticamente poi va a votare e sceglie per appartenenza politica», e qui Fratelli d’Italia potrebbe crescere di un ulteriore 3-4%, considerando che il 19% degli indecisi si dichiara di centrodestra e il 53% non si schiera.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply