IL TRIBUNALE SPECIALE DEI SOVIET GRILLINI PRONTO A PROCESSARE I DISSIDENTI
DE FALCO: “RIFAREI TUTTO, HO DIFESO LA COSTITUZIONE E I NOSTRI VALORI”… NUGNES: “TUTTO CAMBIA NEL TEMPO”… FATTORI: “NON E’ PIU’ IL M5S”
Hanno deciso di non votare la fiducia al Governo perchè non condividevano il decreto Sicurezza.
Ora sono sottoposti al giudizio dei probiviri, perchè i vertici dei 5 Stelle hanno giudicato grave il loro comportamento in Senato.
Sono cinque i ribelli del Movimento che sono ora “sotto processo” e, in attesa del giudizio interno, ribadiscono le loro motivazioni.
A parlare sono Paola Nugnes sul Corriere della Sera e Gregorio De Falco su Repubblica.
Un’eventuale espulsione da M5s per non aver votato la fiducia al governo sul dl Sicurezza “è un fatto così personale e limitato alla mia persona che considero di irrilevanza assoluta. Pure se venissi espulsa il risultato non cambierebbe. Se fosse così se ne parlerebbe per due giorni. Però poi tutto finisce e sa cosa resta? Solo il decreto” dice la senatrice Paola Nugnes al ‘Corriere della Sera’.
Nugnes sostiene che il leader M5S Luigi Di Maio le avesse garantito un impegno per tentare di cambiare il decreto: “Tempo fa Di Maio ci disse che avrebbe provato a far passare qualche emendamento per migliorare la tenuta complessiva del provvedimento”, afferma Nugnes, che commenta ancora: “Tutto cambia nel tempo, anche il Movimento. Mi auguro però che si possano ancora trovare molti punti di convergenza tra i movimentisti e il M5s”.
“Non avendo fatto nulla, non devo temere nulla” è invece la replica di Gregorio De Falco sulle colonne della Repubblica.
Il senatore rivela di aver “appreso in maniera informale da un’agenzia di stampa” il deferimento ai probiviri, ma – assicura – “rifarei tutto in modo identico. Ho agito non solo nel rispetto della Costituzione, ma degli stessi valori del Movimento”. All’intervistatore che gli ricorda di aver firmato un regolamento che lo obbligava a dare la fiducia al governo, De Falco risponde che in quel caso “si parlava di un governo 5 stelle, era prima che ci fosse un accordo con la Lega. Sono uscito dall’aula per abbassare il quorum proprio per non creare difficoltà al governo”.
“Non si sa mai cosa può succedere” era stato invece il commento lapidario del senatore Matteo Mantero, uscendo ieri da una commissione a Palazzo Madama. Ai giornalisti che gli chiedevano se fosse fiducioso dopo la segnalazione fatta ai probiviri, ha risposto sorridendo: “Sono sempre fiducioso”.
“Se esprimere un voto di coscienza è un peccato allora temo che questo non sia più il M5s” dice a Radio anch’io Elena Fattori, “esprimere un voto di coscienza e parlare a proprio nome, se è un peccato nel M5s dove 1 vale 1, temo che questo non sia più il M5S. Se i vertici del movimento incarneranno questa richiesta saliranno nei consensi, altrimenti temo che chi ama la disciplina la chiusura al dialogo, queste modalità , poi voterà Salvini, perchè preferisce l’originale”.
(da “NextQuotidiano”)
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