IL VACCINO DA’ UN SENSO AGLI STATI GENERALI: LA SCENA A VILLA PAMPHILI SE LA PRENDE SPERANZA
GIORNATA PIENA DI OSPITI MA VUOTA DI IDEE… VISCO: “CIO’ CHE CI DIFFERENZIA DALLE ECONOMIE AVANZATE SONO L’EVASIONE FISCALE E IL SOMMERSO”
“Gli Stati generali sono stati così generali che la notizia è stata il vaccino”. La sintesi al fulmicotone arriva da un membro del governo che raggiunto al telefono sembra quasi sconsolato nel commentare quanto visto al giorno uno dei dieci previsti per la kermesse voluta da Giuseppe Conte.
“Se queste sono le premesse – continua – rischiamo di passare dieci giorni a confrontarci sul nulla. Non si è capito che piano abbiamo: oltre alle enunciazioni del premier non abbiamo un cronoprogramma, un piano dettagliato. Rischiano di essere solo un’arma di distrazione di massa”.
E così a prendersi la scena è stato Roberto Speranza. Seduto attorno al lungo tavolo di Villa Pamphili con tutti gli altri ministri, si è tolto la mascherina: “Insieme ai Ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda, dopo aver lanciato nei giorni scorsi l’alleanza per il vaccino, ho sottoscritto un contratto con Astrazeneca per l’approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino da destinare a tutta la popolazione europea”.
Nemmeno Giuseppe Conte sapeva della firma, apprende la notizia sul momento. Il premier decide al volo di rilanciarla, consapevole che avrebbe oscurato la giornata inaugurale del suo programma, ma occasione troppo ghiotta per rilanciare un successo del governo intero. Quasi come se ancora una volta gli scienziati avessero voluto riprendere il timone dalle mani dell’economia, un’immagine paradossalmente descrittiva di quel che è stato il paese durante i mesi del lockdown.
Intorno al vaccino si susseguono interventi che invitano a fare in fretta e a dare risposte concrete e in tempi rapidi, e che segnalano problemi e difficoltà di questo contesto politico e dell’intero sistema paese, mettendo in luce l’ovvio e le fragilità .
La sferzata più dura arriva da Ignazio Visco. Il governatore della Banca d’Italia è l’unico a partecipare in presenza, tutti gli altri, da Ursula von der Leyen a Paolo Gentiloni, si materializzano dietro lo schermo della videoconferenza.
Christine Lagarde, data fino all’ultimo come in forse, alla fine non c’è, ma solo perchè la connessione non va, e regge solo il tempo per qualche scambio di battute con il premier.
L’intervento preparato dalla presidente della Bce viene diffuso, dentro ci sono i compiti a casa: “Il Recovery fund raggiungerà il suo pieno potenziale solo se sarà saldamente radicato in riforme strutturali concepite e attuate a livello nazionale”.
Ma è grazie al collega alla guida di via Nazionale che la cruda realtà si introduce quasi con violenza nel susseguirsi di grandi affreschi e ottimi propositi tratteggiati nelle stanze di Villa Pamphili.
Bankitalia chiede un profondo ripensamento fiscale, perchè “ciò che più ci differenzia dalle altre economie avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa, dell’illegalità e dell’evasione fiscale, che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per chi rispetta pienamente le regole”.
“L’incertezza” in cui si naviga nel post emergenza per il governatore non deve essere “una scusa per non agire”, e il monito finale è che gli Stati generali si concludano dando il via a “degli atti concreti che ci consentano di compiere quei passi avanti di cui il Paese ha più che mai bisogno”.
E’ questo il punto che fa fibrillare la maggioranza. Il Pd continua a dare segni di insofferenza. Un dirigente del Nazareno ironizza: “Sembra una gigantesca terapia di gruppo”. Anche i 5 stelle mordono il freno.
Vito Crimi la settimana scorsa ha dovuto riunire in tutta fretta capigruppo e vertici parlamentari per buttare giù delle proposte da mettere sul tavolo, “ma non sappiamo nemmeno se verranno discusse e da chi”, dice uno di loro. Che aggiunge: “Abbiamo sempre fatto una battaglia feroce contro la Troika e quel modello di gestione delle crisi, mai avrei pensato che il nostro presidente addirittura la invitasse quasi tutta insieme”
E a nessuno in quel mondo è sfuggita l’intervista molto politica – una rarità – concessa da Davide Casaleggio al Corriere della Sera. Un vero e proprio controcanto al premier nel giorno dell’inaugurazione dell’evento di Villa Pamphili, con strascico di veleni che lo vogliono in asse con Alessandro Di Battista per il Movimento che verrà .
Luigi Di Maio si è fermato a lungo a parlare con Dario Franceschini prima dell’inizio dei lavori, e al termine i due sono stati visti andare via insieme.
L’irritazione del ministro della Cultura non è un caso, l’ex capo politico M5s ha rilanciato la sua originaria proposta di riformare il fisco. Una sottolineatura che, dopo le parole di Visco, assume una colorazione affatto neutra.
Conte ha chiuso i lavori spiegando di aver scelto Villa Pamphili “perchè vogliamo richiamare l’attenzione del mondo sul patrimonio della bellezza italiana”. Un oscuro presagio, a sentire un esponente dell’esecutivo: “Anche Berlusconi e Renzi, nei loro momenti più difficili, si sono appellati alla retorica della bellezza del paese”.
(da “Huffingtonpost”)
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