“LE DONNE SONO CAGNE, I GAY PEDOFILI, I NERI SCIMMIE”: L’ODIO SOCIAL DEL LEGHISTA
PROTESTE SUI SOCIAL PER I DELIRI SOVRANISTI
Questo individuo si chiama Giovanni Ceccaroni.
È un leghista, odiatore di professione e confezionatore seriale di insulti sui social, al punto che sono in molti a chiedere che i suoi profili stracolmi di commenti razzisti, sessiti e omofobi vengano bloccati.
Alcuni esempi di questi insulti, passatempo preferito del leghista Ceccaroni: “Le donne? Diversamente femministe, in una parole cagne”. “I gay sono culattoni, checche isteriche, pedofili” Le persone di colore, invece, le definisce così: “scimmie, dovrebbero stare solo in Africa. Trump, rimettili nelle gabbie”.
Ceccaroni di se stesso scrive questa breve biografia: “Amo la famiglia, la Lega, credo in Dio ma non in Papa Francesco e odio tutta la merda liberal europeista”.
Ce ne ha un po’ per tutti il seguace del Carroccio, ma i suoi bersagli preferiti sono gli omosessuali, a cui dedica migliaia di tweet infamanti. “Litighi con un culattone e te lo ritrovi a capo di un’associazione gay finanziata dal solito Soros che ti scaglia contro una ricchionstorm” scrive tale divulgatore scientifico, che definì le unioni civili questioni “di checche isteriche”.
Tra un appellativo “cagna” a una ragazza che aveva partecipato alla manifestazione per George Floyd, e domande del tipo “i vostri padri a che età hanno cominciato a schifarvi?” rivolte ai gay, il nostro arbiter elegantiae trova il tempo di insultare anche gli ebrei e i neri, inneggiando al presidente degli Stati Uniti: “Grande Trump rimetti le scimmie nelle gabbie e libera l’America dal caos”. E ancora: “l’ebraismo italiano è una potente lobby che va contro gli interessi del nostro Paese”.
Giovanni Ceccaroni si candidò alle elezioni capitoline come consigliere al municipio XIV di Roma nella lista di Alfio Marchini, dopo un breve passaggio in Fli.
Già allora i suoi deliri crearono più di un imbarazzo.
Non certo alla Lega, partito in cui ora Ceccaroni milita oggi attivamente. L’approdo ideale per chi santifica Putin e insulta il presidente Mattarella, definito “complice di una magistratura corrotta”.
Il prototipo ideale dell’adepto della Lega.
Filippo Rossi
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