IL VICE DI MARINE LE PEN LASCIA IL FRONT NATIONAL
FLORIAN PHILIPPOT RAPPRESENTAVA L’ALA PIU’ MODERATA, LAICA E RIFORMISTA … CON LUI SE NE VANNO MOLTI MILITANTI
Approfittando di una disputa sul suo mandato all’interno del partito, stamattina Florian Philippot ha deciso di rompere con il Fronte Nazionale, di cui era il numero due e fino a pochi mesi fa l’indiscusso braccio destro della sua leader, Marine Le Pen. Con lui se ne va il personaggio più riformista del partito, quella che era riuscito a sdoganarlo e che aveva fatto salire le sue preferenze dall’11 al 25%.
Trentacinque anni, sovranista e ferocemente anti-euro, Philippot aveva anche conferito al Fn una struttura più moderna, rispetto al clan familiare in cui lo trovò al suo arrivo, 8 anni fa. Gay dichiarato, Philippot era l’esponente dell’ala laica e sociale del Front.
A lungo considerato l’uomo di fiducia della Le Pen, il rapporto tra la leader e il vicepresidente si è deteriorato sulla scia della duplice sconfitta elettorale del partito dell’estrema destra francese, alle presidenziali e alle legislative.
Nelle ultime settimane Le Pen aveva contestato a Philippot la creazione di una sua associazione, Le Patriotes, e formalmente il ritiro delle deleghe è stato motivato con il rifiuto del vicepresidente di risolvere il “conflitto di interessi” tra le due formazioni. Retrocesso ieri sera al rango di vicepresidente senza deleghe, ha così annunciato la decisione di lasciare il partito in un’intervista a France 2: «Mi è stato detto che sono presidente con nulla da fare. Non amo il ridicolo, non mi piace il far niente, lascio dunque il Fronte Nazionale».
Con Philippot, abbandonano il partito anche l’eurodeputata Sophie Montel e il vicepresidente e confondatore di Les Patriotes, Frank de Lapersonne.
Negli ultimi giorni, il dibattito si è incentrato sullo sdoganamento di alcuni principi che la direzione del partito non avrebbe digerito.
Il pretesto è stato la polemica sul “couscous-gate”, la foto di Philippot con un gruppo di amici in un ristorante di Strasburgo dove si mangiava – invece della choucroute o di altre specialità locali – un piatto «non di origine francese».
Quanto al couscous-gate, a ragione, Philippot aveva trattato i suoi “persecutori” come dei «cretini».
(da agenzie)
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